Un'ordinanza del Tar Lazio
conferma la presenza di una domanda errata nella prova scritta
per docenti, dopo che un insegnante palermitano ha presentato
ricorso. Per i giudici dunque è errata, e va annullata, la
domanda sulla poesia di Petrarca "Chiare, fresche e dolci
acque", contestata da alcuni insegnanti che si sono rivolti agli
avvocati dello studio Leone Fell & C. per chiedere l'ammissione
all'orale.
Il candidato aveva dato una risposta che per il Ministero non
era corretta, ma lo era per alcuni professori universitari, come
Massimo Arcangeli, ordinario di Linguistica italiana
all'Università di Cagliari e presidente della commissione 30 del
concorso dirigenti scolastici del 2017.
"Il primo verso della sirma della quarta strofa, 'Chiare,
fresche et dolci acque' - dice il professore - può dunque essere
a buon diritto sia il settimo ('Qual fior cadea sul lembo') sia
l'ottavo ('qual su le treccie bionde'). Quindi sono duele
risposte corrette. Alla stessa conclusione è giunto poi, anche
Federico Sanguineti, ordinario dell'Università di Salerno, "Al
punto che al quesito avrei dato esattamente la sua stessa
risposta, perfettamente identica".
Anche i giudici del Tar hanno più volte sostenuto che "se vi
è ambiguità e incertezza in tal senso, come nel caso di specie,
non può che considerarsi corretta anche la risposta fornita dal
candidato che sia conforme all'impostazione della domanda".
"Siamo felici di aver ripristinato un torto - spiegano i soci
fondatori dello studio legale Leone-Fell, Francesco Leone e
Simona Fell, insieme a Tiziana De Pasquale - e permesso a
docenti, senza dubbio meritevoli, di poter proseguire il
concorso e ottenere la tanto attesa abilitazione. Non è la prima
volta che riscontriamo errori in una prova scritta".
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