"L'esempio del Centro dedicato a
Padre Pino Puglisi è rimasto ma è tutta la nostra azione che si
ispira a questo e mi riferisco ai patti educativi di comunità,
la nuova chiave con cui noi vogliamo leggere la scuola e la
scuola è presidio di legalità in un quartiere, in un territorio
che deve trovare nella sua comunità la forza di riprendere e di
crescere insieme". Lo ha detto all'ANSA il ministro
dell'istruzione Patrizio Bianchi, a margine della visita a
Palermo alla casa museo del beato Pino Puglisi, ucciso dalla
mafia nel settembre del 1993. Domani anche il ministro Bianchi
sarà presente al Foro Italico di Palermo per la commemorazione
nel trentennale delle stragi mafiose del 1992. "Il Patto
educativo di comunità - ha aggiunto - è lo strumento base che
noi stiamo usando e che oggi parte dai quartieri più difficili
per dimostrare che è lì che è il luogo della scuola ed è lì che
si costruisce la giustizia". Il Centro Padre Nostro di
Brancaccio, come esempio di accoglienza ed inclusione anche per
altre realtà. "Abbiamo chiaro che l'esempio del Centro Padre
Nostro - ha sottolineato Bianchi - ci guida al di là del caso
Brancaccio, perché abbiamo in Italia casi straordinari e luoghi
straordinari di sperimentazione di quella che è la via, ma
dobbiamo fare in modo che sia possibile anche altrove. il nostro
lavoro in questa Repubblica delle autonomie che oggi è l'Italia
è riuscire a prendere questo farlo diventare esempio ed essere
in condizione di illustrare a tutti anche a chi non ha vissuto
tutto questo che si può fare, si fa e lo stiamo facendo", ha
concluso.
Poi prima della firma del protocollo d'intesa ha lasciato
anche lui, come il ministro Cartabia, un pensiero nel registro
delle visite: "Don Pino Puglisi ci aspettava, ci aspettava per
ricordarci che la scuola è la vera sfida contro ogni criminalità
, Don Pino ci aspettava per ricordarci che la libertà ha
bisogno della fede, la fede nelle persone, nella comunità, nella
Chiesa vivente, che vive del grande cuore di 3P".
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