Il controllo del territorio
sarebbe stato esercitato in modo capillare. E' quanto emerge
dall'indagine, condotta dalla squadra mobile di Palermo e Sco,
nel mandamento palermitano della Noce che ha portato nella notte
a 9 arresti.
Tutto veniva controllato. Anche il furto di un'auto o in
un'abitazione avrebbe provocato l'irritazione di Cosa nostra
che, tramite i suoi affiliati, così come emerso nel corso
dell'indagine, si sarebbe attivata per individuarne gli autori
ed evitare ulteriori episodi. Anche l'occupazione abusiva degli
immobili sarebbe stata sottoposta all'autorizzazione mafiosa,
scegliendo gli eventuali beneficiari. Nessuna attività
produttiva sarebbe sfuggita alle attenzioni di Cosa nostra, dal
negoziante all'ambulante. Tutti gli esercenti sarebbero stati
soggetti al pizzo quando non addirittura costretti a chiedere
l'autorizzazione prima ancora di avviare i lavori.
Ad esempio, risulta che sia stata chiesta l'autorizzazione
per installare alcuni distributori a gettoni presso esercizi
commerciali della zona o per acquistare un parcheggio con il
preciso divieto di avviare l'attività di autolavaggio e ancora
per ristrutturare immobili. Se i commercianti in crisi a causa
della pandemia osavano ribellarsi al pizzo e osavano rispondere
a tono all'estorsore scattavano le violenze.
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