Una intercettazione di "rara
capacità" dimostrativa per la chiarezza del linguaggio degli
indagati e perchè contiene in sè tutti gli elementi del reato di
scambio elettorale politico-mafioso. Così la Procura di Palermo
definisce la conversazione intercettata, grazie a un trojan
piazzato nel cellulare, tra il costruttore mafioso Agostino
Sansone e il candidato al consiglio comunale di Forza Italia
Pietro Polizzi. Entrambi sono stati arrestati oggi dalla
Polizia.
Sansone il 10 maggio va nel comitato elettorale di Polizzi,
ex consigliere provinciale nel 2012 nella lista dell'Udc e nel
2017 candidato al consiglio comunale nella lista Uniti per
Palermo che sosteneva il sindaco Orlando.
"Se sono potente io, siete potenti anche voi", dice sussurrando,
due volte, Polizzi a Sansone, un mafioso noto, condannato in
passato, ritenuto tra i fedelissimi di Totò Riina del quale,
insieme ai fratelli, curò l'ultima fase della latitanza.
"Si tratta di una asserzione che non merita commento - scrive il
gip nella misura- in quanto Polizzi intendeva formulare
espressamente una proposta la cui gravità è indubbia".
"Ce la facciamo", prosegue Polizzi fiducioso nel risultato
elettorale "anche in ragione - prosegue il giudice - dell'aiuto
ottenuto con l'aiuto del vicedirettore dell'Azienda sicilia
trasporti D'Alì la cui moglie è candidata in tandem con Polizzi.
La donna è definita dall'indagato come la candidata del
presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè.
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