Sono accusate di aver fornito a
strutture sanitarie italiane, nel pieno della prima ondata
Covid-19, mascherine e tute protettive accompagnate da
certificazioni false o non idonee: per questo a due aziende la
Guardia di finanza di Ravenna, su delega della Procura europea
(Eppo), sede di Bologna, ha sequestrato beni per oltre un
milione di euro. Il sequestro preventivo è stato eseguito
venerdì scorso su decreto emesso dal Gip di Bologna, su beni del
valore di 1,1 milioni.
Le due aziende, operanti nel settore delle forniture
medicali, sono sospettate di truffa aggravata ai danni di
diverse strutture sanitarie e ospedali di Piemonte, Valle
d'Aosta e Sicilia a cui, durante la prima fase dell'emergenza
pandemica, tra aprile e novembre 2020, avrebbero fornito 24.500
mascherine Ffp2, 13.980 mascherine Ffp3 e 70.260 tute
protettive, tutte accompagnate da certificazione di sicurezza
falsificate ovvero rilasciate da enti non abilitati.
Il provvedimento è stato adottato sulla base degli
accertamenti svolti dai militari del nucleo di polizia
economico-finanziaria della Guardia di finanza di Ravenna, i
quali, nell'ambito di una più articolata indagine riguardante
l'illecita importazione in contrabbando di Dpi dalla Cina,
avevano già acquisito numerosi riscontri circa una possibile
frode commessa dalle aziende investigate nei confronti
dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma che, all'inizio
della pandemia, svolgeva il ruolo di centrale di acquisto per
l'intera struttura sanitaria dell'Emilia-Romagna, a cui avevano
fornito ben 1,4 milioni di mascherine FFP2 prive di idonea
certificazione. In base a quanto emerso, altre analoghe condotte
truffaldine sarebbero state commesse o anche solo tentate nei
confronti di aziende sanitarie locali e ospedali delle province
di Caltanissetta, Catania, Trapani, Aosta e Torino.
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