"Noi ci auguriamo che Matteo
Messina Denaro possa dire qualcosa sulla scomparsa di Denise
Pipitone, anche se nominando come difensore la nipote ha dato un
segnale preciso, che forse ancora non è stato colto, e si tratta
di un segnale di chiusura. Tuttavia quando un padrino di questo
livello viene arrestato si scompagina il sistema della
criminalità organizzata e potrebbero esserci a breve altri
arresti, qualche retata, con la conseguenza che qualcuno possa
decidere di pentirsi e parlare". Lo ha detto l'avvocato Giacomo
Frazzitta - legale di parte civile per Piera Maggio, madre di
Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo l'1
settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni -
intervenendo nel programma di Rai2 "Ore14".
"Quando in un territorio accade qualcosa che suscita grande
clamore e non è stata Cosa Nostra - prosegue Frazzitta -, i
mafiosi cercano subito di informarsi. Come nel caso della
scomparsa di Stefano e Antonio Maiorana, anche se in quel caso
ai mafiosi furono dette delle bugie".
Il legale poi puntualizza: "Non pensiamo che Messina Denaro
possa essere stato coinvolto nella scomparsa di Denise, ma se
per 30 anni ha comandato la mafia nel Trapanese, allora potrebbe
essere a conoscenza di qualcosa. La speranza è che,
eventualmente, decida di riparare in parte ai reati che ha
commesso aiutando la giustizia a fare luce sul caso. Sarebbe
bello, ma è un messaggio messo in una bottiglia e lanciato
nell'oceano".
Subito dopo la cattura del superlatitante, Piera Maggio e il
marito Piero Pulizzi su Facebook hanno scritto: "Chiediamo allo
Stato italiano, ai magistrati che se ne prenderanno carico. Dopo
tutti gli accertamenti e le doverose domande di rito al boss
Matteo Messina Denaro, qualcuno cortesemente chieda al boss, se
in qualche modo ha avuto notizie sul sequestro di nostra figlia
Denise". E oggi Piera Maggio ha ripetuto questa frase anche
all'ANSA.
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