E' a caccia ai finanziatori della
latitanza del boss Matteo Messina Denaro. I pm che hanno
coordinato l'indagine che ha portato alla sua cattura stanno
cercando di capire come i soldi arrivasse al padrino di
Castelvetrano che riusciva a mantenere un tenore di vita
elevatissimo. Addosso al capomafia il giorno dell'arresto sono
state trovate delle carte di credito riferibili a conti correnti
intestati ad alias sui quali, però, non ci sarebbero state
disponibilità tali da consentirgli le spese - fino al 15mila
euro al mese - abitualmente sostenute.
L'ipotesi è che le somme siano state di volta in volta
consegnate al boss nel covo in cui si nascondeva, a Campobello
di Mazara. Ma chi portava materialmente il denaro? E da dove
arrivava quel fiume di soldi? Si indaga nella cerchia stretta
dei favoreggiatori storici e della famiglia del capomafia. La
Procura sta effettuando indagini anche patrimoniali per cercare
di capire se dietro i finanziamenti ci fossero attività
formalmente lecite gestite da prestanome o se i soldi
arrivassero dalle estorsioni e da attività illecite.
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