E' iniziata la rimozione dei
barchini, usati dai migranti per le traversate verso la Sicilia,
che sono abbandonati su spiagge e costa di Lampedusa. Le
"carrette", e tutto il loro contenuto, vengono prelevato da una
ditta per conto delle Dogane, caricate su un camion e portate,
con il traghetto di linea, sulla terraferma. A chiedere un
intervento urgente, anche di protezione civile, per recuperare
tutte le imbarcazioni sparse sulla costa di Lampedusa era stato,
domenica, in occasione della visita del presidente della
Regione, Renato Schifani, e del capo dipartimento per le Libertà
civili e l'Immigrazione, il prefetto Valerio Valenti, il sindaco
delle Pelagie Filippo Mannino. "Ci sono già arrivi di turisti
calendarizzati per Pasqua e le spiagge sono ricolme di natanti,
non possiamo farci trovare in queste condizioni" - aveva
lanciato l'allarme Mannino - .
La gestione delle centinaia di imbarcazioni, piccole e grandi, è
diventata ancora più complicata dell'ordinario da quando, a metà
dicembre scorso, l'area di 1.500 metri quadrati, adibita allo
stoccaggio dei natanti, è stata sequestrata dalla Guardia di
finanza che ha eseguito un provvedimento del gip di Agrigento
Francesco Provenzano su richiesta del procuratore capo reggente
Salvatore Vella. La società cooperativa, che si occupava del
"cimitero dei barconi", sarebbe risultata essere sprovvista di
autorizzazioni ambientali. Quattro le persone che sono state
iscritte nel registro degli indagati. L'inchiesta della Procura
di Agrigento verte sui reati di "raccolta e smaltimento di
rifiuti in assenza delle prescritte autorizzazioni" e di
"illecita miscelazione di rifiuti".
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