/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

'Maxiprocessi un obbrobrio', attacco di una docente di Palermo

'Maxiprocessi un obbrobrio', attacco di una docente di Palermo

Nello stesso convegno Di Matteo replica: 'Inaccettabile'

PALERMO, 18 marzo 2023, 12:29

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Il maxiprocesso è stato un obbrobrio, perché il processo deve essere il più possibile modellato sulla persona. Deve accertare la responsabilità del singolo e non fare vendetta?". E' quanto sostenuto dalla docente di Procedura penale dell'Università di Palermo, Daniela Chinnici, introducendo un incontro organizzato dagli studenti di Giurisprudenza, che hanno invitato il magistrato Nino Di Matteo a discutere di lotta alla mafia dal '92 all'arresto di Matteo Messina Denaro.
    "Una 'novella' di mezza estate cambia tutto - ha aggiunto la professoressa nel definire la risposta dello Stato alle stragi di mafia -. Il Codice di procedura penale risponde all'emergenza che la gente sentiva". La professoressa ha sottolineato: "Ben vengano i poteri rafforzati di chi fa le indagini, ma nei processi ai mafiosi devono esserci le stesse garanzie e gli stessi diritti dei processi ai ladri di auto". Ma per Di Matteo "nei processi di mafia non c'è stata mai alcuna violazione dei diritti di difesa, lo dicono le tante assoluzioni che pure sono arrivate. E' inaccettabile che uno dei pilastri della lotta alla mafia quale fu il maxiprocesso venga definito un obbrobrio. Un insulto alla memoria di Falcone e Borsellino, che avevano il culto delle regole dello stato di diritto". Quanto accaduto nell'aula Chiazzese della facoltà di Giurisprudenza è riportato oggi da Repubblica-Palermo.
    "Non capisco perché questa reazione - ha osservato la docente - quando dico queste cose ai miei studenti ci capiamo. Non sto parlando del maxiprocesso, ma dei maxiprocessi in genere che sono congegni eversivi del sistema". Di Matteo interviene di nuovo: "Quei congegni eversivi del sistema hanno consentito non solo il maxiprocesso, ma anche altri processi importantissimi.
    Ritengo queste parole inopportune, anche per l'estremo sacrificio della vita costato a tanti servitori dello Stato". La professoressa ha sottolineato che il termine eversivo ha il significato di "scardinare la logica del sistema" e cita il professor Giovanni Tranchina, preside di Giurisprudenza durante il primo maxiprocesso alla mafia, che definì "processi mastodontici che non danno alcuna grande garanzia nell'accertamento della verità".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza