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Prefetto Palermo dopo stupro, lavorare nelle scuole

Prefetto Palermo dopo stupro, lavorare nelle scuole

Valditara, superare maschilismo.Indagini su video chat indagato

PALERMO, 25 agosto 2023, 23:36

Redazione ANSA

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IL PREFETTO DI PALERMO DOPO LO STUPRO, LAVORARE NELLE SCUOLE - RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PREFETTO DI PALERMO DOPO LO STUPRO, LAVORARE NELLE SCUOLE - RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PREFETTO DI PALERMO DOPO LO STUPRO, LAVORARE NELLE SCUOLE - RIPRODUZIONE RISERVATA

Azioni in campo per "un maggiore controllo sulla movida, e in particolar modo alla Vucciria", ma "il lavoro che si deve fare è soprattutto culturale" puntando "su strutture come la scuola". E' la linea del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Palermo convocato dopo la violenza sessuale di gruppo su una 19enne del 7 luglio scorso nel cantiere del collettore fognario al Foro Italico per cui sono stati arrestati sette giovani "Io non colpevolizzerei la città - ha affermato il prefetto Maria Teresa Cucinotta - l'episodio è gravissimo, va condannato.
    E' molto grave che i ragazzi, addirittura uno all'epoca dei fatti fosse minorenne, manifestino questa cultura veramente maschilista. Abbiamo delle strutture come la scuola che è eccellente in questa città con la quale lavoriamo, qui va implementato questo aspetto educativo e culturale". E lo stesso ministro Giuseppe Valditara, a margine del meeting di Rimini, ha annunciato di avere deciso, con il ministro Roccella, "di lanciare il 25 novembre la giornata contro la violenza sulle donne nelle scuole" per "avviare una serie di programmi per affermare la cultura del rispetto", ma, "soprattutto, per educare a un rapporto che sia autenticamente paritario superando quei residui di machismo, di maschilismo che ancora connotano la nostra società". "Credo che si possa fare tanto - ha rilevato - tanto rendendo i ragazzi parte attiva".
    E nelle scuole, secondo Fiorella Mannoia, "andrebbero portate quelle chat" tra i ragazzi arrestati. "Mi sono interrogata - ha detto l'artista alla presentazione de La Notte della Taranta - se fosse il caso di pubblicarle". E ha deciso di farlo nei sui social, perché, ha spiegato, "si possa capire a fondo quali sono le motivazioni, se ci sono e non ci sono, che spingono dei giovani a comportarsi in questo modo, ad accanirsi così tanto sul corpo di una donna". "Allora - ha osservato Fiorella Mannoia - ho deciso che forse quelle chat dovrebbero essere portate nelle scuole. Perché un conto è dire 'hanno violentato un'altra e ci dispiace', un conto è leggere quello che sono stati capaci di dire loro, che poi saranno le stesse parole che dicono anche gli altri quando succedono queste cose terribili che sono stupri da branco".
    Intanto fari accesi sulla movida a Palermo, in particolare alla Vucciria, il rione di Palermo con il maggiore centro di afflusso dei giovani. "Pensiamo - ha annunciato il prefetto - di rafforzare i presidi che già sono presenti. Alla Vucciria abbiamo pensato di organizzare un nuovo presidio di forze dell'ordine accompagnato da un'azione sinergica con il Comune che deve regolamentare la presenza dei locali accompagnata dalla repressione degli abusivi che già in passato abbiamo già contrastato con diversi sequestri".
    Proseguono le indagini sulla violenza di gruppo con le attenzione degli inquirenti puntate sul video girato dal più grande tra i giovani indagati: in una intercettazione seguita prima del suo arresto, Angelo Flores, dice, rispondendo a un amico che lo invita a cancellare il filmato: "ma io adesso li sto eliminando tutti. Li sto mandando solo a chi li devo mandare e li elimino". Una frase che fa pensare a una condivisione del video. Gli inquirenti stanno accertando a chi Flores abbia mandato le immagini e quale fosse la finalità del suo uso.
    Come era stato chiesto dalla direzione del carcere Lorusso di Pagliarelli, per evitare "azioni destabilizzanti per l'ordine e la sicurezza", sono trasferiti ieri sera in altrettante diverse strutture penitenziarie i sei giovani arrestati. Angelo Flores, Elio Arnao, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone sono stati portati in sei diverse case circondariali.
   

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