Per Roberto Lagalla, sindaco di
Palermo, il capoluogo siciliano è ultimo insieme a Catania, nel
trentesimo rapporto "Ecosistema urbano", perché paga
l'immobilismo pluriennale. "Oltre a essere ferma in questa
classifica - spiega Lagalla - in generale Palermo è stata ferma
negli ultimi anni. Un elemento su tutti certifica questa stasi,
ovvero il fatto che il Comune fosse senza bilanci approvati dal
2019. Questa amministrazione è riuscita in poco più di un anno
ad approvare otto documenti contabili, un risultato che non era
affatto scontato, anzi, e che serve a far ripartire la città.
C'è da scontare ritardi, non è pensabile di ottenere tutto nel
giro di pochi mesi".
La classifica di Legambiente attesta che la città è in coda
in molti dei diciannove indicatori di performance ambientali.
Uno tra questi è rappresentato dai rifiuti. Cresce la produzione
procapite annua (dai 536 della passata edizione ai 572 di
quest'anno) mentre la percentuale di raccolta differenziata si
ferma a un poco incoraggiante 16,3%.
"Stiamo puntando su fondi Pnrr, altre risorse europee e dello
Stato per attuare un cambio di passo sull'igiene urbana e sulla
differenziata - assicura Lagalla - da poche settimane è partita
la fase della consegna di kit e di informazione per implementare
il porta a porta e presto saranno disponibili alla Rap circa 180
mezzi nuovi, più nuovi investimenti sul polo impiantistico di
Bellolampo. Su questi aspetti e sull'incremento del personale,
tra nuovi autisti e operatori ecologici, questa amministrazione
punta per rilanciare la Rap".
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