Un complesso sistema di
fortificazioni e di gestione delle acque che segnava il versante
nord-orientale della città di Tell Muhammad, fondata all'inizio
dell'epoca paleobabilonese (età di Hammurabi) nei pressi
dell'odierna Baghdad è stato portato alla luce da ricercatori
dell'università di Catania. È stato scavato per circa 40 metri
il muro di cinta che delimitava un canale o un porto fluviale
rivolto verso il fiume Tigri. L'antica città fu poi abbandonata
in corrispondenza della cosiddetta Caduta di Babilonia (1595
avanti Cristo) da parte del sovrano Ittita Mursili. È quanto
emerso dalla seconda campagna di scavi della missione
archeologica Baghdad Urban Archaeological Project dell'ateneo
etneo realizzata in collaborazione con lo State board of
antiquities and Heritage iracheno e col supporto del ministero
degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. La
seconda campagna ha confermato i preziosi indizi emersi nel
2022, quando la missione aveva consentito di ritrovare la porta
monumentale nella cinta muraria di Hammurabi, oltre a magnifici
vasi e a due edifici risalenti al II millennio avanti Cristo.
I risultati degli scavi saranno al centro di una conferenza
stampa dell'archeologo Nicola Laneri, docente di Archeologia
dell'università di Catania, che si terrà domani nell'aula magna
del Palazzo Centrale dell'ateneo. Alla conferenza 'Sulle tracce
di Hammurabi - I risultati degli scavi archeologici a Tell
Muhammad' interverranno anche il rettore Francesco Priolo, la
direttrice del Disum Marina Paino, il direttore della Scuola di
specializzazione in Beni archeologici Daniele Malfitana e
l'ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti.
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