Quasi 50 trattori degli
agricoltori della Valle del Belìce e dello Jato oggi pomeriggio
hanno raggiunto Castelvetrano. La protesta si è spostata vicino
il centro commerciale 'Belicittà', dove i mezzi agricoli sono
rimasti esposti con striscioni e bandiere. Tra i mezzi anche un
carrello con una bara da funerale con su scritto: 'la
viticoltura è morta'.
"Siamo qui per far sentire la nostra voce - ha detto Lorenzo
Giocondo, pastore di Poggioreale costretto a vendere i capi di
bestiame perché non trovava manodopera - l'agricoltura se la
sono venduta e noi siamo qui a piangerne le conseguenze".
Grano sottopagato, costo del carburante agricolo che è
aumentato, fitofarmaci a costo più elevati, "così non potremo
più andare avanti, ecco perché chiediamo lo stato di emergenza
nazionale", aggiunge Giocondo.
"È necessario che il consumatore finale acquisisca
consapevolezza nell'acquistare prodotti a chilometri zero -
aggiunge Domenico Maiuri di Santa Ninfa - perché quello che
risparmia al supermercato senza controllare da dove arriva il
prodotto poi rischia di pagarlo in termini di salute".
Insieme agli agricoltori oggi pomeriggio c'erano anche i
sindaci di Castelvetrano (Enzo Alfano), Francesco Li Vigni
(Partanna), Vincenzo Drago (Salaparuta) e Gaspare Viola (Santa
Margherita Belìce). "Oggi non possiamo che manifestare la nostra
solidarietà - ha detto il sindaco Viola - ma sarà nostro impegno
investire i consigli comunali per deliberare un atto di
indirizzo sulla questione. Dal futuro dei nostri agricoltori
dipende il futuro del nostro territorio".
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