Un migrante è morto "dopo dolori
prolungati" su un'imbarcazione in difficoltà mentre le
motovedette italiane presenti in zona non sono intervenute.
L'accusa arriva dalla ong Sos Humanity che gestisce la nave
Humanity 1 accorsa poi a recuperare le 186 persone a bordo per
trasportarle a Catania.
Nella ricostruzione della ong sabato scorso alle 17 "il
nostro equipaggio viene a conoscenza di una barca in pericolo.
Il centro di coordinamento dei soccorsi maltese non si coordina,
mentre il centro italiano di coordinamento ci incarica di fare
una prima valutazione. Arriviamo alle 23.22 ed attendiamo ad una
distanza di 5,3 km. Unità italiane sono sul posto, ma non
prestano soccorso. Perché? Il nostro equipaggio non riceve
informazioni. Sarebbe importante sapere quante persone ci sono a
bordo, se ci sono emergenze mediche o persone particolarmente
vulnerabili e in che condizioni si trova la barca. Perché
restare all'oscuro?".
Si arriva così alle 5.30 di domenica. "La Guardia costiera
italiana - prosegue Sos Humanity - salva finalmente le persone
in difficoltà e le porta sulla Humanity 1. Un uomo è morto.
Testimoni riferiscono che è morto dopo dolori prolungati tra l'1
e le 2 del mattino, mentre 4 navi erano sul posto. Perché c'è
stato un ritardo così lungo? Queste domande hanno bisogno di
risposte. Ogni essere umano merita che la sua morte non venga
accettata senza essere messa in discussione".
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