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Maxi scultura con gli occhiali di Sebastiano Tusa a Partanna

Maxi scultura con gli occhiali di Sebastiano Tusa a Partanna

All'ingresso dell'area archeologica l'opera di Salvatore Gentile

PALERMO, 11 luglio 2024, 12:02

Redazione ANSA

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Gli occhiali di Sebastiano Tusa accolgono i visitatori dell'area archeologica di Partanna (Trapani). Una maxi-scultura creata dall'architetto e artista messinese Salvatore Gentile, subito dopo la tragica scomparsa nel 2019, del noto archeologo e assessore regionale. Gialli, con la montatura spessa attorno alle lenti tonde, sono ormai un'icona del grande studioso. Inizialmente gli occhiali erano stati esposti a Palazzo dei Normanni a Palermo e poi in un luogo a lui caro, il cortile della sede della Soprintendenza del Mare. Adesso, il sito definitivo, sarà l'entrata del museo archeologico di Partanna. All'inaugurazione dell'istallazione erano presenti, oltre alla moglie Valeria Li Vigni Tusa, l'artista messinese Gentile, lo storico esperto di archeologia Vito Zarzana, il primo cittadino e molti amici cari di Sebastiano Tusa. "Ho voluto chiamare questa installazione con il nome " Visualis" - spiega l'artista Gentile - perché il mio sogno non è mai vedere un luogo, ma piuttosto andare nel medesimo luogo e trovare un nuovo modo di vedere le cose. La prima volta che conobbi Sebastiano rimasi colpito e attratto dal suo attento sguardo dietro quella strana montatura, ma poi capii che era un suo modo di filtrare le cose. Ed è proprio per questo che adesso vorrei invitare le persone a guardare il mondo dietro i suoi inconfondibili occhiali poiché grazie a Sebastiano Tusa e attraverso la sua opera lungimirante, ancora oggi ci fa vedere una Sicilia diversa".
    La Fondazione Sebastiano Tusa diretta dalla moglie Valeria Li Vigni, ha voluto ricordare Sebastiano in un luogo a lui caro, Partanna. "Un luogo che emoziona per la sua naturale bellezza e per la storia millenaria che descrive - dice Valeria Li Vigni Tusa - un luogo dove Sebastiano aveva fatto scoperte eccezionali che hanno travalicato i confini d'Europa".
    "Contrada Stretto - spiega Vito Zarzana - rappresenta una delle più antiche e inquietanti testimonianze di socialità umana nell'agro belicino. L'amore e l'interesse di Sebastiano Tusa per questi luoghi ci convince sempre più della loro importanza scientifica".
   

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