Detenuto agli arresti domiciliari
ha chiesto di essere autorizzato a potersi recare in un centro
per donare il seme alla moglie, procedura stabilita coi medici
di un istituto di Medicina della riproduzione a cui la coppia si
è rivolta per la fecondazione assistita. Ma la corte d'appello
di Palermo ha rigettato l'istanza, sostenendo che "l'evenienza
non è tra quelle indispensabili di vita, non trattandosi di una
esigenza di salute in senso stretto, men che meno grave e
urgente".
E' accaduto a Francesco Mazzè, 36enne palermitano, condannato a
5 anni per tentato omicidio. Il detenuto ha già espiato 3 anni e
7 mesi ed ora è agli arresti domiciliari.
"Si nega in modo incomprensibile a una coppia di avere figli",
commenta il legale di Mazzè, l'avvocato Raffaele Bonsignore.
La donazione del seme era stata fissata per il 15 luglio e il
centro medico, che si trova in provincia di Catania, aveva
scritto in un certificato che la data era "indifferibile e la
prestazione urgente".
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