/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Uccise figlia e finse sequestro, condannata a 30 anni

Uccise figlia e finse sequestro, condannata a 30 anni

Madre rea confessa, ma non ha spiegato il movente del delitto

CATANIA, 12 luglio 2024, 16:09

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

La prima Corte d'assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi, ha condannato a 30 anni di reclusione Martina Patti, la 25enne rea confessa dell'omicidio della figlia Elena, di quasi 5 anni, uccisa con un'arma da taglio nel giugno 2022 e seppellita in un campo vicino casa, a Mascalucia. La sentenza accoglie in pieno le richieste del procuratore aggiunto Fabio Scavone e la sostituta Assunta Musella, avevano sollecitato il riconoscimento delle attenuanti generiche, in considerazione della confessione e della collaborazione dell'imputata, della sua giovane età, equivalenti alle aggravanti contestate.
    L'accusa le contestava i reati di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. I nonni paterni e il padre della piccola vittima si sono costituti parte civile con l'avvocato Barbara Ronsivalle. L'imputata è assistita dai penalisti Gabriele Celesti e Tommaso Tamburino che avevano chiesto l'assoluzione per incapacità di intendere e di volere e in subordine il riconoscimento delle attenuanti generiche e l'esclusione dell'aggravante della premeditazione.
    L'imputata era in aula alla lettura della sentenza.
    Il procedimento è stato incardinato su indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Catania. La donna avrebbe ucciso la piccola nel luogo del ritrovamento, un campo abbandonato vicino casa e poi avrebbe finto il sequestro della bambina all'uscita dall'asilo. Martina Patti ha confessato il delitto, ma non ha spiegato il movente.
    La sera prima di essere uccisa, la bambina ha dormito dai nonni. La mattina dopo la zia l'ha accompagnata all'asilo e la madre è andata a riprenderla ed è tornata a casa, a Mascalucia.
    Successivamente Martina Patti è uscita nuovamente con l'auto, per creare un diversivo, quindi è ritornata nell'abitazione.
    E' in quel lasso di tempo che sarebbe stato commesso il delitto, in un terreno abbandonato dove la madre ha seppellito il corpicino, nascosto in cinque sacchi di plastica nera e semi sotterrato con una pala e un piccone. La 25enne ha fatto scattare la messa in scena: ha avvisato per telefono del falso sequestro i genitori e il padre di Elena, il suo ex compagno Alessandro Del Pozzo, è tornata a casa e dopo, accompagnata dalla madre e dal padre, è andata dai Carabinieri a denunciare il falso rapimento. Ai militari dell'Arma ha associato il sequestro ad alcune minacce che nel 2021 l'ex convivente aveva trovato davanti al cancello di casa, ma la sua versione non ha retto ai riscontri e alle indagini dei Carabinieri e alle contestazioni mosse dalla Procura di Catania.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza