Il bambino venuto dal deserto ha
trovato casa. È la storia a lieto fine di uno dei tanti minori
non accompagnati sbarcati a Lampedusa, senza genitori e senza
documenti, ricostruita oggi dal Giornale di Sicilia. Il piccolo,
che dovrebbe avere circa quattro anni ed essere originario del
Gambia, ha affrontato insieme ad altri profughi che lo hanno
aiutato un viaggio lungo e pericoloso, tra la Tunisia e la
Libia, fino ad approdare il 3 settembre del 2023 a Lampedusa.
Il volto di quel bimbo dagli occhi grandi e scuri aveva
commosso gli isolani che avevano subito portato vestitini e
giocattoli. Poi il piccolo ha trovato anche una famiglia. Una
coppia di palermitani sta per ottenere la sua adozione, mancano
ormai pochi passaggi: un ultimo colloquio, la verifica che il
bimbo stia bene nel nuovo ambiente e nel giro di un anno (forse
anche meno) il migrante solitario più piccolo di cui si sia
avuta notizia, sarà riconosciuto cittadino italiano, figlio di
siciliani.
"Sono state tappe rapide - racconta la procuratrice per i
minorenni Claudia Caramanna - abbiamo provato a capire se con il
piccolo fossero arrivate persone che lo conoscevano. Nessuno
però lo ha reclamato e nel giro di poco tempo siamo arrivati
all'affidamento preadottivo".
Al piccolo è stato dato un nome forse biblico che ha a che
fare con la sua epopea. È sveglio, sano e ha talento. I suoi
nuovi genitori cantano in una corale e lo hanno abituato alle
note musicali e alle intonazioni. Lui ha recepito tutto subito
subito e sembra che canti benissimo, da vera mascotte del
gruppo.
"È una storia bellissima e a lieto fine - commenta Caramanna
- altre non lo sono. Almeno non ancora. Si ha a che fare con
casi drammatici. Bambini che hanno subito violenze o che vengono
affidati sbrigativamente a chi può, per affrontare il viaggio, e
poi si ritrovano soli senza nessuno a chiedere di loro". Fino
alla settimana scorsa la procuratrice è stata a Lampedusa dove
erano arrivati 25 bimbi non accompagnati. Un numero alto che
conferma un trend da non sottovalutare.
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