In via D'Amelio a Palermo, nel
giorno del 32esimo anniversario dell'attentato nel quale persero
la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, sono
giunti tantissimi giovani provenienti da tutta Italia.
"Vengo qui, da quattro anni, il 19 luglio, con mio figlio e
mio marito. È importante essere qui, per non dimenticare",
spiega Valentina Moli che è giunta ieri sera, a Palermo dalla
Puglia, proprio per partecipare alle manifestazione di oggi in
via D'Amelio.
"Sarebbe bello estirparla la mafia da questo paese - aggiunge
Maura, che è giunta da Milano - essere qui è il minimo che io
possa fare, da cittadina. Si dice che, rispetto a certe
commemorazioni, ci sia toppa retorica. È vero. Ma non è sempre
così. Il fratello di Borsellino, Salvatore, non fa retorica, a
mio avviso nemmeno Vincenzo Agostino faceva retorica".
Sul palco di via D'Amelio anche la nipote di Borsellino,
Roberta Gatani, tra i fondatori della Casa di Paolo alla Kalsa.
"Sono passati 32 anni dalla strage - dice - 32 anni, senza
giustizia. La verità dei tribunali, come ha detto Salvatore
Borsellino, sembra essere in stato confusionale. Noi sappiamo
chi siete. Il nostro oggi vuole essere un riferimento anche a
Vincenzo Agostino, che ha chiesto giustizia fino alla fine. La
sua barba, i suoi lunghi capelli crescevano in attesa di quella
giustizia. Tutti noi abbiamo atteso invano di conoscere il volto
di Vincenzo senza quella barba".
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