"Giurato a Venezia? È una cosa
che affronto con un grande senso di curiosità e divertimento. Da
ragazzo per me era normale vedere due, tre film al giorno, ma la
possibilità di poterli vedere ora a 68 anni mi fa sentire come
un bambino che va in un Luna Park da cui manca da tanto tempo".
Così Giuseppe Tornatore oggi al Taormina Film Fest dove ha
presentato al Palazzo dei Congressi Diario di Guttuso, il lavoro
televisivo del 1982 a cui è seguita una conversazione moderata
da Costanza Quatriglio in cui ha parlato, tra l'altro, di
progetti in corso (un documentario quasi finito e poi un nuovo
film, ma di cui scaramanticamente non rivela nulla), ma
soprattutto di quegli anni Ottanta in cui il tempo era diverso e
gli artisti si schieravano davvero politicamente e parlavano di
verità.
Il premio Oscar ha poi ricordato come sia già stato in giuria
nel 1992 quando presidente era Peter Weir e "ci fu un pari
merito tra Robert Altman e Krzysztof Kieślowski provvidenziale
perché non riuscivamo a metterci d'accordo".
Su Diario di Guttuso documentario del 1982, ovvere una lunga
intervista al pittore siciliano Renato Guttuso suddivisa in due
parti, dice: "Non lo rivedevo da quaranta anni e mi ha fatto
impressione tornare indietro a quel mondo, a quel clima in cui
tutto era diverso e in cui c'era vero scambio di idee vissuto
personalmente con lettere, scritti e appuntamenti. Oggi è tutto
più veloce e facile, ma non è la stessa cosa, non è così
profondo".
Un mondo che non esiste più :"Dove era scontato che l'atto
creativo di artisti come Guttuso, il poeta Butitta e Leonardo
Sciascia fosse in sé stesso politico. Oggi fare politica è solo
sapere con chi ti schieri la sera in tv e, forse, il giorno dopo
ti schiererai con qualcun altro".
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