Si sono conclusi i lavori,
realizzati e finanziati per 400 mila euro dall'Università degli
Studi di Palermo, che riguardano il progetto pilota approvato
dalla Soprintendenza per fermare il deterioramento dei dipinti
lasciati dai prigionieri del Santo Uffizio sui muri delle celle
del Carcere dell'Inquisizione allo Steri. Un patrimonio
inestimabile, realizzato tra il diciassettesimo e il
diciannovesimo secolo a testimonianza degli oltre seimila
prigionieri dell'Inquisizione spagnola in Sicilia. Opere dal
valore incalcolabile che rischiavano di sparire sotto gli
sguardi dei visitatori, perché troppo fragili per difendersi dal
tempo e dall'umidità.
"Il nostro Ateneo - sottolinea il rettore dell'Università di
Palermo, Massimo Midiri - conferma l'impegno a tutela del
patrimonio culturale della nostra città. Un patrimonio
inestimabile dal profondo valore sociale ed educativo che
contribuiamo non solo a difendere e custodire ma a mettere a
disposizione della comunità nell'ambito della missione di
diffusione del sapere e della cultura che caratterizza questa
Governance".
I lavori hanno riguardato la realizzazione di un impianto di
climatizzazione in grado di mantenere l'umidità relativa al
valore minimo prestabilito e una temperatura di 20 gradi
centigradi. Sono stati effettuati anche interventi con speciali
malte per evitare che l'umidità di risalita possa provocare lo
sbriciolarsi di pezzi di intonaco.
Stamane la presentazione del piano di salvaguardia, con il
rettore Massimo Midiri, il presidente del Sistema museale
dell'Ateneo Michelangelo Gruttadauria, il dirigente dell'area
tecnica, Antonio Sorce. Il progetto prevede anche regole di
comportamento stringenti per la gestione delle visite guidate.
Presentato anche il progetto sulla scala di Carlo Scarpa che
sarà realizzato da Fabio Lombardo, che fu giovane collaboratore
del grande architetto. Nella scala sono stati rimossi i
parapetti in vetro, realizzati successivamente.
Il tour è proseguito nel giardino trecentesco dei
Chiaromonte, caratterizzato dal viale di alberi di arancio
amaro, primo passo del percorso più lungo di restauri del
complesso monumentale dello Steri. Progetto del valore di circa
8 milioni e mezzo di euro. Il progetto generale prevede di
liberare del tutto il giardino e la chiesa di Sant'Antonio Abate
dalle costruzioni ottocentesche e di restaurare l'ex deposito
della manifattura tabacchi che sarà adibito a spazi museali.
L'ultima tappa ha riguardato il nuovo allestimento del Munipa,
il Museo, realizzato all'interno del complesso dello Steri, che
raccoglie alcuni tesori delle collezioni dell'Università di
Palermo.
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