Nelle operazioni di ricerca dei dispersi dopo il naufragio del Bayesian, che si sono svolte in questi giorni nel mare di Porticello, sono stati impegnati i sommozzatori dei vigili del fuoco abilitati all'alto fondale. La preparazione e l'addestramento dei sub varia infatti a secondo della complessità e particolarità degli scenari dove possono trovarsi a intervenire per portare soccorso.
Una componente dei sommozzatori del Corpo nazionale è composta appunto da quelli abilitati alla procedura Dno (decompressione in nitrox): attraverso l'utilizzo di particolari miscele in fase di decompressione hanno infatti la possibilità di una permanenza maggiore in profondità.
I componenti del nucleo speciale dei sommozzatori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono abilitati per le immersioni in "ambienti confinati". Questa caratteristica sta consentendo il loro impiego nelle complesse operazioni che si sono svolte a Porticello. Sono in grado infatti di fare immersioni tra sifoni e passaggi angusti per penetrare in spazi stretti e bui, naturali come una grotta o artificiali come una struttura sommersa.
Gli specialisti del corpo nazionale sono circa 400 suddivisi in 21 nuclei presenti in tutta Italia. La loro presenza garantisce la risposta operativa alla domanda di soccorso in ambiente acquatico marino, lacustre e fluviale.
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