«Sinopia» è il titolo della
personale di Michele Canzoneri inaugurata oggi pomeriggio "In
via Cluverio, Officina", nuovo spazio espositivo, laboratorio e
atelier in residenza ideato da Josephine Flasseur, gallerista
francese che ha scelto Palermo per una proposta culturale aperta
alle diverse arti, ma soprattutto aperta alla città. "Un luogo",
dice, "dove anche chi non si interessa d'arte deve sentirsi
accolto". In particolare, la scelta di iniziare con la mostra di
Canzoneri è motivata dalla grande stima che Flasseur nutre nei
confronti del "più interessante artista del panorama siciliano".
Sinopia è il disegno preparatorio che, nel Medioevo e nel
Rinascimento, era usato come traccia per gli affreschi. Un
titolo quanto mai indovinato per chi come Canzoneri crea
immagini al limite del tempo e della storia, mescolando
materiali preziosi, carte e segni antichi a elementi plastici e
pittorici contemporanei, in un progetto espressivo che trova la
sua compiutezza proprio nel percorso fra ideazione e
realizzazione dell'opera.
La rassegna propone un affascinante itinerario visivo che
attraversa la ricerca dell'artista. Racconta molte delle sue
esperienze vissute nei posti più disparati: in Siria, a
Gerusalemme dove ha lavorato nel Cenacolo, nei sotterranei del
Palazzo Reale di Palermo e in tanti altri luoghi della mente e
del cuore. La suggestione di un momento, la traccia di un
pensiero si rispecchiano nelle mille sfaccettature luminose di
una ricerca che, come per gli artisti antichi, si muove su segni
lasciati sedimentare e poi portati in superfice. Fra le opere
più significative, «Sinopia, pianta del Duomo di Cefalù» mai
esposta in precedenza, che ricrea su carta antica e argento gli
spazi del Duomo per il quale Canzoneri ha realizzato le vetrate
a partire dal 1985. E ancora da segnalare i frottage che
riprendono le navi graffite da un ignoto marinaio nei
sotterranei della Cappella Palatina. È il diario di un lungo
viaggio quello di Michele Canzoneri, una sorta di biblioteca
dell'anima in cui la visione prende corpo nella luce riflessa di
un pensiero che fruga negli anfratti della coscienza per
ritrovare il senso della contemporaneità. Le opere esposte si
confrontano con le musiche composte da Giovanni Damiani
La mostra è aperta fino al 24 ottobre.
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