Nessuna difesa d'ufficio, ma solo
un tentativo di comprensione, non dimenticando mai il dolore
delle vittime innocenti di mafia. don Marcello Cozzi, sacerdote
noto per le sue coraggiose battaglie antimafia, non vuole
entrare nelle polemiche scatenate dalla decisione del sindaco di
San Giuseppe Jato (Palermo) di presentare in paese il libro
scritto dal sacerdote su un concittadino ben conosciuto alle
cronache, l'ex boss Giovanni Brusca.
In molti hanno criticato l'iniziativa sostenendo che sarebbe
un modo per dare voce a un uomo che si è macchiato di crimini
orribili come l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo e come
la strage di Capaci.
"Negli anni ho incontrato molti pentiti - spiega don Cozzi -
e sempre con l'unico fine di capire. Non sono il portavoce di
nessuno. Ho solo raccolto l'inferno che si porta dentro una
persona che ha fatto scelte tanto crudeli senza giudicare e
certo senza giustificare".
"Comprendo quel che vivono i familiari delle vittime e li
rispetto. Davanti al loro dolore e alle loro reazioni possono
solo stare in silenzio - spiega - Ma io rivendico il diritto di
pensare che ascoltare il dolore di Abele non mi impedisca di
parlare con Caino. Di certo però non cerco impossibili
riconciliazioni".
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