"Non posso che prendere atto
del rinvio a giudizio che dobbiamo accettare imponendoci di
proseguire nella celebrazione di un processo che poteva
certamente avere una piega diversa. Restiamo convinti della
insussistenza del reato di depistaggio che viene contestato ai
miei assistiti". L'ha detto l'avvocato Maria Giambra, legale dei
poliziotti Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, al termine
dell'udienza preliminare che si è conclusa con il rinvio a
giudizio di quattro appartenenti alla Polizia di Stato accusati
di aver testimoniato il falso deponendo come testi nel processo
sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio.
"Sono proprio la struttura stessa del capo di imputazione e
il contenuto delle condotte addebitate - ha aggiunto Giambra -
che danno la misura della infondatezza in diritto dell'ipotesi
accusatoria. Agli imputati si contesta di avere reso false
dichiarazioni o omissioni nel corso del processo a Mario Bo e
altri due imputati, ma in riferimento alle indagini sulla strage
di via D'Amelio. Ma il depistaggio è un fatto avvenuto,
consumato e già vagliato processualmente in altri procedimenti
come il Borsellino quater. Come avrebbero potuto depistare
quelle indagini se già il depistaggio è stato scoperto? Al
massimo si sarebbe potuto valutare se le condotte avessero
potuto integrare il reato di falsa testimonianza, che comunque a
mio giudizio non c'è stato in quanto le dichiarazioni rese dai
miei assistiti non avevano alcun contenuto di falsità e i 'non
ricordo' non erano reticenze finalizzate a omettere il vero ma
il frutto di un lasso di tempo di quasi trent'anni".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA