(di Giovanni Franco) E' stata da ieri definita la banana più cara del mondo: un collezionista ha pagato 6,2 milioni di dollari per Comedian, l'iconoclastica opera "appiccicata al muro" di Maurizio Cattelan che fece scalpore alla fiera dell'arte di Miami quando un artista delle performance la staccò dalla parete dello stand della galleria Perrotin e la mangiò davanti agli occhi esterrefatti dei visitatori.
A Palermo sono in tanti che conoscono il nome dell'artista. Per sei mesi nel 2001 il capoluogo siciliano, divenne una sorta di periferia di Hollywood dopo che una scritta di nove lettere, alte 23 metri ciascuna, lunga 170 metri, l'8 giugno di quell'anno fu montata sulla collina di Bellolampo, che si affaccia sulla città e nasconde alle spalle la discarica dei rifiuti.
L'installazione era stata realizzata in occasione della Biennale di Venezia. Il direttore del dipartimento Arti Visive della rassegna Harald Szeemann, disse allora: "Hollywood di Maurizio Cattelan è al contempo un atto di coraggio e una fuga - un'opera d'arte toccante. Ricreando il mito di Hollywood in Sicilia, Cattelan innesca un'esplosione di interpretazione". E sostenne Cattelan: "È come gettare una manciata di polvere di stelle sul paesaggio siciliano. È un sogno costruito a colpi di taglia e incolla. Le immagini sono solo proiezioni del desiderio. Ho provato a sovrapporre due mondi lontani, la Sicilia e Hollywood: ho cercato di sfuocarne i confini. Hollywood non è una provocazione. Certo, è una parodia, ma anche un tributo, un omaggio".
L'iniziativa fu lanciata col patrocinio del Comune nell'ambito del progetto ''Insieme per l' ambiente'' per la gestione integrata del riciclo dei rifiuti. E in collaborazione con la Fondazione ''Sandretto Re Rebaudengo'' di Torino, che organizzò per l' occasione un volo speciale da Venezia sul quale salirono, per partecipare all' evento, collezionisti, galleristi, esperti e giornalisti.
All'inaugurazione dell'evento venne distribuito il volume dal titolo ''Hollywood: dreams that money can buy'', sul tema dell' ossessione per le immagini, scritte e curate dallo stesso Cattelan, con testimonianze dal mondo del cinema e un ricco corredo iconografico.
''E' un grande onore, per la città di Palermo, aver legato il proprio nome alla Biennale di Venezia - spiegò il commissario straordinario Guglielmo Serio - ed è' questo un momento storico per la nostra vita culturale, oltre che un riconoscimento di enorme prestigio. Palermo si dimostra ancora una volta culla della cultura nel senso piu' ampio, quello che abbraccia anche i nuovi linguaggi dell' era contemporanea''.
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