Premio Ibsen nel 1996 e Premio
Nobel per la Letteratura nel 2023, Jon Fosse con "La notte…
canta" rivoluziona la drammaturgia, amputando senso e stile e
praticando una chirurgia radicale del linguaggio. Il racconto di
Fosse, che il teatro Libero porta in scena il 28 novembre 2024
(con repliche il 29 e 30 novembre) nella sua 57esima stagione
internazionale, è diretto da Beno Mazzone e interpretato da
Alessio Barone, Roberta Belforte, Antonella Delli Gatti,
Gabriele Gallinari e Massimiliano Lotti, con scenografie di Paco
Azorin e musiche di Ruggiero Mascellino.
L'opera esplora la fragilità, in particolare delle giovani
generazioni, e la tensione tra vitalità e depressione, successo
e fallimento, vita e morte. Siamo tutti protagonisti o
spettatori della nostra esistenza, e parole, gesti e
comportamenti diventano un involucro essenziale di un continuo
farsi e disfarsi scenico.
"Ho scoperto Jon Fosse nel 2002 e con il Teatro Libero ho
portato in scena per primo in Italia 'La notte… canta' nel marzo
del 2004 con un cast eccezionale - racconta Beno Mazzone -.
Ritorno su questo testo oggi perché lo trovo ancora attuale e,
soprattutto, universale nella sua trattazione della sofferenza
umana, soprattutto quella giovanile. La drammaturgia di Fosse,
oggi Premio Nobel per la Letteratura, privilegia il 'non detto'
e continua a far riflettere lettori e spettatori, parlando al
cuore e alla mente con un flusso di parole che diventa musica."
"La notte… canta" affronta il tema della sofferenza: una
tragedia che fa "cantare" la notte, ma in un canto muto, una
risposta assente alla questione insolubile del dolore e del
male. Al centro della pièce ci sono una giovane donna, un
giovane uomo e un bambino, un nucleo familiare apparentemente
perfetto, ma… qualcosa accade. La vita degli esseri umani è
modificata dagli eventi, che portano a reazioni, posizioni e
scelte spesso irreversibili.
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