Le storie dei migranti costretti a
lasciare la loro terra per povertà o per le guerre, le morti in
mare durante il viaggio verso l'Italia ma anche quelle a lieto
fine come i bimbi che nascono durante la traversata. Ne parlano
i bigliettini con i quali i detenuti del carcere di Catania
hanno costellato lun presepe da loro realizzato nella struttura
con materiale riciclato e che è stato inaugurato il 17 dicembre
scorso. Ne è stata data notizia solamente stamane. Realizzato
dai detenuti e dai docenti dei corsi scolastici e del Liceo
artistico "Emilio-Greco", che operano da anni nella struttura, i
detenuti hanno collocato l'Etna sullo sfondo e alcune barche che
approdano simbolicamente nel porto di Catania mentre trasportano
la Sacra Famiglia e i Re Magi. Ad arricchire la scenografia
infine sono presenti figure legate ai simboli di Catania e della
Sicilia: "u
liotru" (l'elefante simbolo della città, Colapesce, che
sorregge l'Isola; e il ciclope Polifemo, che guarda verso il
mare.
La correlazione con la nascita di Gesù e il messaggio di
vita, di solidarietà e di speranza che immediatamente si
percepisce guardando il presepe e la lunga lettera letta da una
detenuta che ha
contribuito a realizzarlo hanno commosso tutti i presenti.
Presenti all'inaugurazione, tra gli altri, il Preside del Liceo
Artistico "Emilio Greco" Antonio Alessandro Massimino, la Vice
Preside Marina Marino, il Corpo docenti, il personale di Polizia
Penitenziaria
e dell'area educativa dell'Istituto.
La direttrice Nunziella DiFazio, che ha accolto il progetto,
ha apprezzato in particolare il messaggio che il presepe vuole
trasmettere "a sostegno - si legge in una nota della Casa
Circondariale - delle categorie svantaggiate, tra cui gli
stranieri, che non fanno parte di progetti inclusivi e nei
confronti dei quali il carcere si deve adoperare per offrire
opportunità di inserimento".
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