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Storie di migranti in presepe fatto dai detenuti carcere Catania

Storie di migranti in presepe fatto dai detenuti carcere Catania

Re Magi arrivano dal mare tra i biglietti con i loro drammi

CATANIA, 27 dicembre 2024, 11:53

Redazione ANSA

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Le storie dei migranti costretti a lasciare la loro terra per povertà o per le guerre, le morti in mare durante il viaggio verso l'Italia ma anche quelle a lieto fine come i bimbi che nascono durante la traversata. Ne parlano i bigliettini con i quali i detenuti del carcere di Catania hanno costellato lun presepe da loro realizzato nella struttura con materiale riciclato e che è stato inaugurato il 17 dicembre scorso. Ne è stata data notizia solamente stamane. Realizzato dai detenuti e dai docenti dei corsi scolastici e del Liceo artistico "Emilio-Greco", che operano da anni nella struttura, i detenuti hanno collocato l'Etna sullo sfondo e alcune barche che approdano simbolicamente nel porto di Catania mentre trasportano la Sacra Famiglia e i Re Magi. Ad arricchire la scenografia infine sono presenti figure legate ai simboli di Catania e della Sicilia: "u liotru" (l'elefante simbolo della città, Colapesce, che sorregge l'Isola; e il ciclope Polifemo, che guarda verso il mare.
    La correlazione con la nascita di Gesù e il messaggio di vita, di solidarietà e di speranza che immediatamente si percepisce guardando il presepe e la lunga lettera letta da una detenuta che ha contribuito a realizzarlo hanno commosso tutti i presenti.
    Presenti all'inaugurazione, tra gli altri, il Preside del Liceo Artistico "Emilio Greco" Antonio Alessandro Massimino, la Vice Preside Marina Marino, il Corpo docenti, il personale di Polizia Penitenziaria e dell'area educativa dell'Istituto.
    La direttrice Nunziella DiFazio, che ha accolto il progetto, ha apprezzato in particolare il messaggio che il presepe vuole trasmettere "a sostegno - si legge in una nota della Casa Circondariale - delle categorie svantaggiate, tra cui gli stranieri, che non fanno parte di progetti inclusivi e nei confronti dei quali il carcere si deve adoperare per offrire opportunità di inserimento".
   

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