È stata inaugurata alle
Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, sede decentrata della
Fondazione Orestiadi di Gibellina, la mostra intitolata "La
pietra di Damasco". In esposizione: sculture in vetro soffiato e
disegni su carta antica realizzate dall'artista palermitano
Michele Canzoneri nel corso di un suo soggiorno in Siria
risalente al 2003.
Fu lo stesso Ludovico Corrao, "padre" delle Ortestiadi, a
invitare Canzoneri a Damasco, nell'ambito di un progetto
internazionale della Fondazione che oggi, attraverso la mostra,
vuole ribadire la propria attenzione verso il mondo arabo e
mediorientale, attraversato da tragiche crisi e da violenze che
si sono abbattute anche sul suo inestimabile patrimonio
culturale e su parte delle opere che l'artista siciliano
vent'anni fa riprodusse.
"Quell'invito da parte di Corrao - dice Canzoneri - mi fu
molto d'aiuto anche sul piano personale, perché mi convinse a
superare una mia fobia nel viaggiare in aereo". Per Canzoneri
"la cultura può essere strumento di pace, specialmente in quei
luoghi, dove diverse opere straordinarie furono distrutte dai
talebani".
Quella di ieri è stata la prima iniziativa pubblica della
Fondazione Orestiadi con la nuova presidenza di Francesca
Corrao, che nei giorni scorsi ha preso il posto del
dimissionario Calogero Pumilia.
Presente ad Agrigento, per l'inaugurazione della mostra di
Canzoneri, anche il sindaco di Gibellina Salvatore Sutera. Ne è
scaturito, con l'assessore comunale di Agrigento Costantino
Ciulla, una sorta di "ponte" di condivisione tra la città dei
templi, Capitale della cultura 2025, e Gibellina, recentemente
nominata capitale dell'Arte contemporanea 2026.
"Da Gibellina e Agrigento - conclude Francesca Corrao -
puntiamo, attraverso il linguaggio dell'arte e della bellezza, a
restituire speranza ai popoli del Mediterraneo, in un momento,
come quello attuale, particolarmente difficile per loro".
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