Nella ricorrenza del devastante
terremoto del Belice del 1968, la Fondazione Orestiadi come di
consueto ne celebra la memoria nel segno dell'arte e della
cultura. Domenica 19 gennaio alle ore 11.00 al Baglio di Stefano
si rinnova l'appuntamento annuale con la presentazione delle
nuove donazioni all'istituzione siciliana, e delle opere
realizzate dagli artisti in residenza. Quest'anno sono Guido
Baragli, Mario Benedetti, Leonardo Fisco, Matteo Fraterno,
Francesco Preverino, Jano Sicura, Rossana Taormina e Michele
Tombolini, i protagonisti. Otto artisti che appartengono a
generazioni diverse, differenti ambiti delle arti visive e da
diverse città italiane (Venezia, Terni, Napoli, Torino) oltre
che dalla Sicilia, rappresentano insieme un interessante
spaccato della produzione artistica contemporanea, mantenendo
viva l'idea dell'arte come motore del rinnovamento. Una visione
che ha animato la ricostruzione di Gibellina e la fondazione del
Museo delle Trame Mediterranee trovando legami e conferme nella
storia. Dalle opere in città di Consagra e Burri, da Paladino a
Schifano e Accardi; dalle presenze di Beuys e Isozaki, al
Cerchio della vita di Long, dai versi degli antichi poeti
siculo-arabi a quelli dei contemporanei, da Adonis a Evtushenko,
solo per citarne alcuni, per arrivare fino ai nostri giorni. Le
opere allestite negli atelier del Baglio e negli spazi esterni,
testimoniano i progetti espositivi e le relazioni intercorse con
gli artisti, come le otto ceramiche policrome di Leonardo Fisco
(Sciacca 1938), l'opera dal titolo Ti-mpone, 2023 di Matteo
Fraterno (Torre Annunziata,1954), e quella di Michele Tombolini,
(Venezia 1963); tutti artisti invitati in alcune delle mostre
proposte dalla Fondazione nel corso del 2024. L'installazione
Domicili coatti, 1998 di Guido Baragli (Palermo,1962-2023),
proviene da Gemma Insalaco, che con questa donazione al museo ha
voluto ricordare la memoria del compagno scomparso Nicola Bravo.
Mentre dalle residenze artistiche provengono le opere realizzate
da Francesco Preverino (Settimo Torinese, 1948), che alla città
ha dedicato il trittico Gibellina, 15 gennaio 1968; e da Rossana
Taormina (Partanna, 1972), artista nata in un piccolo paese
della Valle del Belìce, dove trascorre la sua infanzia
all'indomani del terremoto.
Negli spazi esterni del Museo si presentano le opere del maestro
Mario Benedetti (Terni 1938), grande interprete dell'incisione,
e dell'artista siciliano, di formazione tedesca Jano Sicura
(Ferla,1950).
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