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A Bagheria consiglio comunale aperto per Marcia antimafia

A Bagheria consiglio comunale aperto per Marcia antimafia

Il 26 febbraio il corteo promosso dal Centro La Torre dal 1983

PALERMO, 15 gennaio 2025, 12:17

Redazione ANSA

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Un consiglio comunale partecipato, contro la mafia e per ricordare alle giovani generazioni l'importanza della memoria. E' quello che si è svolto a Bagheria, il primo di una serie, in vista della "Marcia antimafia da Bagheria a Casteldaccia", promossa dal Centro Studi Pio La Torre il prossimo 26 Febbraio.
    "La mafia - ha detto Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi Pio la Torre - non è sconfitta. È sommersa e prolifica anche a causa di una minore attenzione politica. Se non rompiamo il rapporto con la politica, non distruggeremo la mafia che si lega sempre più ad altre forme di criminalità tra cui il traffico di droga. Non possiamo per questo delegare l'impegno antimafia solo alle forze dell'ordine e alla magistratura". Per l'attuale presidente del Centro Pio La Torre, Emilio Miceli, Il 26 febbraio rappresenta la nostra "Giornata della Memoria". "La marcia Bagheria Casteldaccia - ha ricordato Miceli - si svolge a partire dal 1983 e vuole da sempre essere il segno dell'attenzione e della partecipazione di studenti, professori e cittadini, uno degli elementi che contribuiscono da sempre a indebolire la presenza mafiosa nel territorio. Accanto all'azione di Polizia e Magistratura, la mobilitazione di uomini e donne è da sempre l'elemento decisivo per isolare cosa nostra".
    "Dobbiamo continuare a combattere l'indifferenza e il consenso sociale che la sostengono - ha affermato il presidente della Commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici - perché la mafia continua a uccidere meno con le pistole e le bombe ma uccide i nostri ragazzi con la droga, con il crack. Si articola e condiziona le nostre vite, corrompe, condiziona le istituzioni. Ecco perché è necessario costruire un impegno civile che porta ad isolare i mafiosi. Non dobbiamo solo aspettare l'arresto, la condanna. Il nostro ruolo deve avere un peso, nelle istituzioni, nella società. La lotta alla mafia non è solo del poliziotto o del magistrato ma del cittadino".
   
   

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