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I marmi del Partenone in Grecia, la Sicilia è stata la prima

I marmi del Partenone in Grecia, la Sicilia è stata la prima

Nel 2022 la restituzione del "frammento Fragan" a Museo Acropoli

PALERMO, 15 gennaio 2025, 12:58

Redazione ANSA

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E' di questi giorni la notizia del ritorno ad Atene dei marmi del Partenone esposti al British Museum di Londra. Gli sforzi diplomatici, dopo decenni di scontri e chiusure, sembrano andare nella direzione di un prestito a lungo termine, complice anche la chiusura del museo londinese per restauri.
    A riaprire il dibattito internazionale sulla restituzione dei marmi alla Grecia è stata proprio l'Italia, in particolare la Sicilia, che nel 2022 ha fatto da apripista. Su iniziativa dell'allora assessore dei Beni Culturali della Regione Siciliana, Alberto Samonà, infatti, si decise che il cosiddetto "frammento Fagan" raffigurante un piede della Dea Artemide e custodito dal 1820 al Museo Salinas di Palermo, perché parte della collezione archeologica dell'allora console inglese Robert Fagan, ma in realtà appartenente al fregio orientale del Partenone, dovesse tornare ad Atene ed essere ricollocato al proprio posto, nel grande fregio, esposto nel Museo dell'Acropoli. L'operazione fu possibile grazie a uno sforzo diplomatico che Samonà portò avanti, intavolando un rapporto diretto con il Ministro della Cultura della Repubblica Ellenica Lina Mendoni, e al lavoro sinergico dell'allora direttrice del Museo Salinas Caterina Greco e del direttore del Museo dell'Acropoli Nikolaos Stampolidis. Ad accogliere ad Atene il frammento del fregio del Partenone fu il Primo Ministro della Repubblica Ellenica Kyriakos Mitsotakis, che parlò di evento epocale ringraziando pubblicamente la Sicilia e l'Italia per la riconsegna del frammento del Partenone. Un anno dopo anche la Santa Sede, su iniziativa di Papa Francesco, donò alla Grecia altri tre reperti del fregio custoditi nei Musei Vaticani.
    "Si avvicina il giorno in cui i marmi del Partenone torneranno finalmente ad Atene - commenta Alberto Samonà - e posso dire, con un pizzico di orgoglio, che proprio grazie al nostro gesto, il dibattito internazionale sul rientro a casa delle parti mancanti del fregio di Fidia, ha trovato nuova linfa. La via maestra, in un mondo di lacerazioni e di conflitti, è proprio la collaborazione e la cooperazione internazionale nel nome della Cultura, che da sempre reca con sé un messaggio di dialogo e di pace".
   

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