Un altro libro del professore Alessandro Hoffmann arricchisce la serie sugli ebrei in Sicilia dello studioso che ricostruisce la storia, per lo più tragica, delle famiglie di origine ebraica nella regione.
Il volume "L'albero di carrubo: essere ebrei di Sicilia (1848-2020)" sarà presentato oggi alle 18 nella libreria Feltrinelli a Palermo alla presenza dell'autore.
Hoffmann ha già scritto sullo stesso tema "Storia di una famiglia di origine ebrea a Palermo, "Gli amici di Moise. Cento e più storie di ebrei di Sicilia e "La pupa di Zabban. Ebrei di Sicilia nel Novecento" in cui con un lavoro difficile di ricostruzione attraverso documenti recuperati nella Santa sede, nell'archivio di Stato, o forniti dagli stessi parenti degli ebrei siciliani, molti emigrati oltreoceano, racconta la storia e la mappa delle famiglie perseguitate a causa delle leggi razziali in Sicilia. Un "percorso della memoria" cominciato da Hoffmann con la ricostruzione della storia della sua famiglia.
Le tradizioni culturali e religiose dell'ebraismo e quelle del cristianesimo hanno forti legami simbolici con l'albero di carrubo. Per gli ebrei rappresenta il legame tra generazioni: genitori e figli, maestri e allievi; per i cristiani compare nella parabola del Figliol prodigo. Il carrubo più grande del mondo si trova in Sicilia, in provincia di Siracusa, ed è chiamato " il Patriarca".
Le storie descritte da Hoffmann, sorrette dal solido impianto archivistico e documentario , narrano, tra la fine dell'Ottocento ed il Novecento, di un mondo scomparso, dell' incontro tra ebrei italiani e mitteleuropei con la Sicilia che, nel primo dopoguerra, sembrava essere diventata una nuova terra promessa per gli ebrei italiani che non si erano fatti sedurre dal sionismo, ed erano la maggioranza. Nel libro le storie di Giuseppe Farkas, Andrea Fenyves, Alice Schanzer si alternano a quelle di tanti altri che hanno dovuto combattere per sopravvivere (a volte soccombere) a causa delle leggi razziali introdotte da Mussolini Spicca la storia della giovane viennese Marianne Heller Chiriaco, nata a Praga nel 1898 e vissuta a Vienna , figlia di una importante famiglia di imprenditori che nella capitale austriaca aveva industrie nel settore della produzione di dolciumi e caramelle. Scrive di lei Fausta Carli, nel libro "Ebrei a Palermo nel XX secolo" : "Figura importante della comunità ebraica palermitana del dopoguerra che dovette scappare giovanissima in Sicilia , dove trovò rifugio, pace ed amore".
Infatti , nel 1938 si sposò con il cavaliere Annibale Chiriaco, padre dell'imprenditore Vincenzo, che è stato presidente della camera di commercio di Palermo e console del Cile in Sicilia, scomparso nel 2024.
Le case palermitane di Marianne divennero negli anni cenacoli letterari e musicali dove trovavano giornalmente accoglienza tutti gli esponenti delle famiglie ebree mitteleuropee e non che vivevano a Palermo e che rappresentavano la business community cittadina, nel mondo delle professioni, arti ed impresa.
Famiglie come gli Ancona , i Luttwak ( il cui figlio Edward noto politologo americano è ancora in contatto con i Chiriaco) , i Jung, gli Artom, gli Zevi erano soliti partecipare a questi eventi in cui si discuteva di tradizioni culturali ebraiche, si recitavano poesie e pieces teatrali.
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