Definita di ultradestra,
sovranista, populista, No-vax e pro-Putin: Francesca Donato,
parlamentare europea eletta come indipendente nella Lega e poi
uscita dal partito, sorride all'elenco di appellativi che le
vengono affibbiati "Tutte etichette, io non mi sento di destra.
In realtà sono trasversale, porto avanti le mie idee e sono ben
felice in questa campagna elettorale per Palermo di avere
l'appoggio anche di soggetti e partiti di sinistra (come il
Partito comunista di Marco Rizzo o l'ex leader di Azione civile
Antonio Ingroia, ndr), con i quali mi riconosco per alcune
battaglie a cominciare dal diritto al lavoro", dice la candidata
sindaca al Forum organizzato dall'ANSA in vista delle prossime
Comunali a Palermo.
"Ho scelto di candidarmi - spiega - perché avevo capito che
fino all'ultimo i partiti tradizionali avrebbero fatto fatica a
trovare nomi, come nel caso del centrodestra che ha chiuso su
Roberto Lagalla ma dopo ragionamenti sulle caselle di altre
città che vanno al voto. Per me era importante che Palermo
avesse una candidatura col profilo adatto e non vedevo alcun
segnale in tal senso: quindi mi sono candidata percependo la
delusione e il disincanto di tanta gente verso i soliti partiti
e proponendomi verso i tanti elettori che non votano più da
tempo perché sono stanchi di vedere sempre le stesse facce".
Donato rivela che in tanti hanno tentato di dissuaderla,
facendole anche proposte affinché si ritirasse. "Mi hanno
cercato, ma non dico chi - afferma - C'è chi ha cercato di
convincermi a fare un passo indietro dicendo che tanto avrei
perso solo tempo, che avrei raggiunto l'1% e non ne valeva la
pena, chi mi assicurava altro. Insomma, ci hanno provato. Ma io
sono testarda, perché sono convinta che occorra un rinnovo della
classe dirigente e che bisogna dare spazio a persone motivate,
capaci e competenti: non essere politici di professione è un
valore aggiunto perché si fa politica come servizio alle
persone".
Nei suoi tour elettorali per i quartieri, Francesca Donato ha
toccato con mano "emergenze e problemi di Palermo". "Ho visto
una città abbandonata - sostiene - infrastrutture precarie,
parchi ed edifici malridotti, strade colabrodo. Però ho
incontrato tante persone che si danno da fare, che non si
arrendono e più civili di quanto si possa pensare: ho visto
commercianti pulire i marciapiedi, colmi di spazzatura, davanti
ai propri negozi e giardinieri al lavoro per cercare di
sistemare le ville comunali abbandonate al degrado. Tutto questo
non può essere lasciato alla buona volontà dei cittadini e al
personale, serve un'amministrazione che dia risposte". Alla
domanda su chi appoggerebbe al ballottaggio tra i suoi avversari
se lei non dovesse farcela, Donato risponde: "Non faccio
accordi, valuterò progetti e impegni: su certe posizioni e
contenuti mi sento vicina a Roberto Lagalla, sul metodo invece
mi sento più affine a Franco Miceli, come sulla scelta degli
assessori".
I suoi primi tre interventi, se invece, fosse eletta sindaco?
"Innanzitutto creare le condizioni per dare lavoro; poi
risolvere l'emergenza rifiuti con nuovi impianti di trattamento
compreso il termovalorizzatore e collegare le periferie fra di
loro e col centro-città".
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