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A Siracusa un Prometeo e una Medea dei nostri tempi

A Siracusa un Prometeo e una Medea dei nostri tempi

Dall'11 maggio al Teatro Greco la 58/a stagione dell'Inda

PALERMO, 26 aprile 2023, 15:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si inaugura l'11 maggio la stagione numero 58 delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, con Prometeo incatenato di Eschilo per la regia di Leo Muscato e la traduzione di Roberto Vecchioni. Il giorno successivo torna per la settima volta Medea di Euripide, regia di Federico Tiezzi e traduzione di Massimo Fusillo. Medea sarà Laura Marinoni che ha riscosso nelle scorse stagioni consensi unanimi, il ruolo di Prometeo è affidato a Alessandro Albertin.
    Stamane la conferenza stampa per presentare, oltre alla stagione, la nuova soprintendente dell'Inda, Valeria Told, nominata dal ministro Sangiuliano nel ruolo ricoperto da Antonio Calbi. La Told viene da Merano e per molti anni ha diretto la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Presenti anche i registi delle quattro opere in cartellone: Leo Muscato, Federico Tiezzi, Daniele Salvo per la commedia di Aristofane La Pace e Giuliano Peparini che a fine giugno presenterà Ulisse, l'ultima Odissea, scritta con il grecista Francesco Morosi, spettacolo che mette insieme teatro, danza, circo e tanta musica.
    "Tre sono i pilastri di una Fondazione - ha chiarito Valeria Told - il rapporto con il pubblico, la qualità artistica delle produzioni e la sostenibilità finanziaria, supportata anche dalle istituzioni".
    Prometeo nella visione di Leo Muscato è l'eroe incatenato "in un sito industriale abbandonato - ha spiegato il regista -. La natura non la si vede più. Prometeo per avere disobbedito a Zeus è ora inchiodato ad una ciminiera. Lui, detentore di tutte le tecniche e le abilità, le ha donate agli uomini. Ma come sono state usate? Per alimentare le finanze di un capitalismo malato, che serve pochi e danneggia tutti gli altri. Cosa hanno fatto gli uomini del fuoco che è simbolo di scienza, di tecnica, di sapere? E allora avremo una rupe rossa, un monito per tutti noi, perché il progresso umano non sia un'occasione per distruggere il solo mondo che abbiamo. Sono certo che il protagonista, Alessandro Albertin, lascerà un segno in questo palcoscenico unico al mondo".
    Con Federico Tiezzi, che a Siracusa ebbe il premio Flaiano per la sua Antigone nel 2018, avremo una Medea donna del 900, "è un testo - ha detto il regista - capitale della cultura europea, che respira il dramma borghese, è una tragedia familiare, alla Strindberg. Giasone si lascia guidare dalla convenienza politica e dal potere e quando Creonte gli offre in sposa la figlia Glauce, non esita a liquidare Medea come donna barbara. Medea viene dalla Colchide, che io vedo come un grande inconscio collettivo, che non ha paura dei mostri, dell'ordine feroce delle cose. L'omicidio dei figli è la ferita mai sanata e il punto di inizio della tragedia. 'Anche la borghesia ha i suoi riti sacrificali', Freud lo scrive e io l'ho messo in scena".
    Gli spettacoli dall'11 maggio andranno avanti fino al 2 luglio.
   

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