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In evidenza
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(di Giuseppe Rizzuto)
È pronta la sceneggiatura di un
nuovo film del regista Marco Risi. Protagonista è una donna
ucraina, residente in Italia, che cambia sesso e diventa uomo.
Per problematiche burocratiche, relative al passaporto, ritorna
nel suo paese d'origine proprio quando inizia l'invasione Russa.
In quanto uomo, è chiamato alle armi per andare al fronte. La
guerra si trasforma in un conflitto interiore. Il regista ne
parla a Palermo a margine di una Masterclass con gli alunni
della scuola di cinema Piano Focale diretta da Giuseppe
Gigliorosso. "La sceneggiatura ripercorre in parte una storia
vera che mi piacerebbe girare in Ucraina. Anche per questo spero
che il conflitto finisca presto" dice Risi che ripercorre la sua
carriera sottolineando il particolare interesse per il capoluogo
siciliano "fonte inesauribile di emozioni". "Ho frequentato
Palermo soprattutto nel periodo del maxiprocesso - racconta -
nel 1987 e nel 1988. In quel periodo, se eri in un ristorante e
incontravi dei magistrati immaginavi di essere in pericolo
insieme a loro. Ci si svegliava con le sirene delle auto dei
giudici che attraversavano la città. Era il tempo in cui giravo
'Mery per sempre'(1989) e 'Ragazzi fuori' (1990). Oggi Palermo è
cambiata". "Renato Guttuso non potrebbe più ritrarre la piazza
della Vucciria dove ricordo di aver frequentato il ristorante
Shangai - dice Risi - ci andai con Claudio Fava e Leoluca
Orlando quando realizzai per Mediaset "R.I.S - 5 delitti
imperfetti" su alcuni omicidi di mafia. Ma quel mercato non c'è
più. Avevo persino pensato di comprare casa a Palermo, volevo
viverci per un po'. Ma non se ne fece nulla". "Nel corso degli
anni ha cambiato volto anche piazza Magione - continua - un
tempo c'erano le suore di Madre Teresa di Calcutta. E' stato un
luogo che ho immortalato nelle mie riprese cinematografiche.
Adesso mi convince meno". Risi respinge l'etichetta di regista
d'impegno. "In realtà ho sempre cercato di fare solo dei bei
film - afferma - se avessi girato 'Fortapasc' (2009) facendo il
santino di Giancarlo Siani (il giornalista ucciso dalla camorra,
ndr) sarebbe stato un film forse edificante, ma noioso. Anche
'Mery per sempre', 'Ragazzi fuori' e lo stesso 'Il muro di
gomma' (1991) non li definirei solo come cinematografia
d'impegno. Alcuni film di mio padre (il regista Dino, ndr) che
facevano ridere non erano considerati film d'impegno, eppure lo
erano. 'Il sorpasso' (1962) è stata la massima espressione della
commedia all'italiana. Ma racconta la fine di un'epoca e
l'inizio di un'altra. La morte di Roberto (impersonato da
Jean-Louis Trintignant) è la fine dell'illusione e
dell'innocenza. Sopravviverà l'altro protagonista, Bruno
(recitato da Vittorio Gassman), che rappresenta il mascalzone,
il mondo dei sopraffattori. Anche questo è cinematografia
d'impegno". "Del cinema di oggi - conclude Risi - ho apprezzato
il successo di Paola Cortellesi con 'C'è ancora domani' che
arriverà a incassare 40 milioni. E' un cinema impegnato e
intelligente, forse anche furbo. Ma non credo che si
aspettassero questo successo. Non è 'Ladri di biciclette', ma è
un film che evidentemente ha interpretato il momento attuale, è
il film giusto per oggi".
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