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In evidenza
In evidenza
(di Franco Nicastro)
In 50 anni la Sicilia ha visto
cambiare il suo contesto sociale, alle prese con problemi
antichi come l'emigrazione e con processi nuovi come lo
spopolamento, l'invecchiamento della popolazione e gli alloggi
vuoti nei centri storici. Sono le tendenze messe a fuoco
dall'indagine allo stato ancora iniziale di due ricercatori
americani sulla scia di un lavoro avviato, appunto mezzo secolo
fa, dal sociologo Peter Schneider e dalla moglie antropologa
Jane Schneider.
Anche Jeffrey Cole e Sally Booth sono compagni di vita.
Conoscono molto bene la Sicilia attraverso le loro ricerche. Lei
ha affrontato, anche nella tesi di dottorato, il tema della
ricostruzione del Belice dopo il terremoto del 1968 e ha
esaminato le nuove forme di spazio domestico e pubblico e il
paesaggio urbano nei paesi ricostruiti. Jeffrey ha studiato
l'impatto dell'immigrazione nella politica e nella società.
Dalla nuova ricerca è nato un suo libro sul nuovo razzismo in
Europa.
Il legame dei due studiosi con gli Schneider non è solo di
tipo scientifico e culturale ma anche umano. Sally Booth era una
studentessa quando negli anni Settanta seguì la famiglia
Schneider a Sambuca di Sicilia, un paese della provincia di
Agrigento, per occuparsi dei figli mentre marito e moglie
facevano le loro ricerche. Sambuca era stata scelta allora come
una tipica comunità della Sicilia occidentale, e quindi come
modello di riferimento per una indagine che, seguendo un filo
storico, riguardava i modelli sociali e le condizioni della
Sicilia. I risultati di quella ricerca si ritrovano in un libro
di Peter e Jane Schneider ("Classi sociali, economia e politica
in Sicilia") nel quale Sambuca viene chiamata Villamaura, un
nome che ha un'origine letteraria: lo usò Emanuele Navarro della
Miraglia per indicare il posto in cui aveva ambientato il suo
romanzo "La Nana".
Dopo tanti anni Sally Booth è tornata più volte con Cole a
Sambuca-Villamaura e nella Sicilia occidentale. Hanno prima
studiato il lavoro di tanti immigrati in agricoltura, nei
servizi domestici e in altri settori pubblicando un libro sul
"lavoro sporco". Quando ci sono tornati di recente hanno
ritrovato una comunità che ricorda ancora con simpatia e senso
di accoglienza i primi ricercatori americani e nel frattempo ha
cambiato i suoi caratteri: meno laboratori artigianali, meno
negozi di alimentari e più supermercati. Sambuca resta un punto
di riferimento ma la nuova ricerca ha allargato il suo
orizzonte. Nella prima fase Sally e Jeffrey hanno visitato
numerosi paesi della Sicilia interna, hanno incontrato
funzionari comunali, architetti, proprietari di immobili
provenienti dall'Europa ma anche da Nord e Sud America. "Un
fattore attrattivo importante - dicono - è rappresentato
dall'offerta di case a uno o due euro. Ma il successo dipende
dalla valorizzazione del patrimonio di bellezze locali,
artistiche e naturali, e dalla capacità dei comuni di gestire
programmi e iniziative". E poi è necessario puntare, sostengono,
sui prodotti di alta qualità e sul turismo. Con le case a un
euro e le altre risorse, è il punto focale della nuova ricerca,
"le città più piccole possono trattenere alcuni dei loro giovani
e frenare i processi di spopolamento". Non è certo una soluzione
ma una strada proiettata verso il futuro.
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