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Quando la Sicilia era per l'Europa l'isola della salute

Quando la Sicilia era per l'Europa l'isola della salute

Domani a Catania la presentazione del libro di Maringhini

PALERMO, 22 aprile 2024

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono ancora migliaia i siciliani costretti a ricorrere ai 'viaggi della speranza' per cercare al Nord una sanità migliore, ma tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, la Sicilia era il luogo migliore per le cure e le convalescenze. E' quanto sosteneva un approfondito studio della prestigiosa rivista medica inglese 'The Lancet', che a seguito di minuziose indagini, portate avanti da un gruppo esperti, certificò che l'Isola era una terra salutare, soprattutto per malattie come la tubercolosi, che in quel tempo affliggeva l'Europa. L'invito alla ricerca era stato fatto da alcuni siciliani intraprendenti e lungimiranti che nel 1895 avevano fondato l''Associazione pel bene economico', per stimolare e promuovere lo sviluppo economico in Sicilia. Gli esperti prelevarono e fecero analizzare nei laboratori di Londra campioni di acqua di sorgenti, acquedotti e stazioni termali. Le acque furono giudicate eccellenti e gli ospedali e i sanatori presi in esame giudicati all'avanguardia. Gli articoli che tanto decantavano la Sicilia come luogo ideale per stare meglio, grazie soprattutto al clima e all'alimentazione, sono stati scovati nella biblioteca centrale della 'Mayo Clinic' di Rochester, nel lontano 1985, da Alberto Maringhini, direttore del reparto di medicina interna dell'ospedale Civico di Palermo, durante la sua esperienza professionale negli Stati Uniti d'America. Quei resoconti, anche alla luce della terribile esperienza degli anni del coronavirus, sono diventati un libro "Sicilia Isola della Salute - Dalla tubercolosi nell'Ottocento al Covid-19 nei giorni nostri", (40due edizioni, pagine 120, euro 20) che verrà presentato domani pomeriggio, alle 16, all'hotel Nettuno di Catania. Maringhini dialogherà con Luisella Lionti, segretaria Uil Sicilia, Rita Longobardi, segretaria nazionale Uil Fpl, Enza Meli, segretaria Uil Catania, e Claudio Barone, segretario Uil pensionati Sicilia. Il libro è corredato da foto, stampe, cartine geografiche, tabelle e grafici d'epoca.
    Tra i notabili siciliani, che avevano promosso lo studio dell'Isola come luogo di salute c'erano il conte di Mazzarino, John Whitaker, il principe di Scalea, il conte di Monroy, ma anche imprenditori del calibro di Ignazio Florio, tutti convinti che la collocazione geografica della Trinacria e le sue condizioni climatiche e ambientali avrebbero potuto essere di giovamento alle malattie respiratorie. Addirittura, lo zar di Russia Nicola aveva accompagnato la consorte, l'imperatrice Alessandra Feodorovna, colpita dalla tubercolosi a passare l'inverno nella villa dell'Olivuzza a Palermo. Florio aveva fatto costruire Villa Igiea, aperta nel 1900 come sanatorio dei vip europei, profondamente convinto che l'Isola potesse avere un grosso potenziale per accogliere una fascia di 'turismo sanitario'. La tubercolosi, effettivamente, nell'Isola fu meno aggressiva ed esiziale. Analogia che Maringhini ha visto con i dati statistici e le indagini epidemiologiche sul Covid-19.
    Nella nostra regione si è registrato un numero decisamente minore di decessi rispetto al Nord. Purtroppo, però, i 'viaggi della speranza' non si sono ancora arrestati.
   

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