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In evidenza
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(di Giovanni Franco)
Dopo l'anteprima mondiale al
Festival di Cannes e in attesa di andare in tv, è in sala L'arte
della gioia, la serie firmata da Valeria Golino, prodotta da Sky
studios e Ht Film, adattamento liberamente ispirato al romanzo
postumo dell'autrice siciliana scomparsa nel 1991, Goliarda
Sapienza, "L'arte della Gioia" (Einaudi). L'opera è stata
lanciata da Vision Distribution in tutte le sale
cinematografiche italiane in due parti: la prima è stata
proiettata il 30 maggio e la seconda arriverà il 13 giugno.
Racconta la storia di una ragazzina della Sicilia di inizio del
'900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita
migliore di quella che ha sempre avuto. Nella sua scrittura il
corpo ha giocato un ruolo fondamentale: è stato mezzo di
conoscenza, arma e riparo mentre le parole servono a ricostruire
l'identità smarrita in un mondo in continuo mutamento.
Ma la storia della scrittrice è legata indissolubilmente a
quella della madre Maria Giudice sulla quale è in uscita un
libro a cura di Nella Condorelli (per i tipi di Algra editore).
La raccolta di interventi ha come filo conduttore le vicende
della giornalista e attivista in Sicilia. Fu una delle
pochissime donne che ricoprì incarichi di prestigio all'interno
del sindacato dei primi anni del Novecento. Vinse il concorso
per il ruolo di segretaria della Camera del lavoro di Voghera,
diresse poi quella di San Donnino e nel 1916 fu a capo di quella
di Torino, in quegli anni la più importante camera sindacale al
centro delle lotte operaie", scrive nel libro Giusi Milazzo. Fu
poco tempo dopo la prigionia a seguito dei moti torinesi del
1917 che, Giudice acquistata la libertà dopo l'amnistia concessa
per la fine del conflitto mondiale, lasciò il Nord per la
Sicilia. A Catania negli anni '20 del Novecento del secolo
scorso diresse la Camera del lavoro assieme a Peppino Sapienza
suo compagno di politica e di vita. La sua attività da
sindacalista si intreccia con quella di dirigente socialista,
essendoci in quella fase storica un nesso inscindibile seppure
complesso tra camere del lavoro, Cgdl e partito socialista",
aggiunge Milazzo. Fu una militante socialista e femminista. "E'
stata Maria Rosa Cutrufelli che, per prima, ha indagato la
storia politica e umana di questa donna, nata nel 1880 e morta
nel 1953, celebratissima da suoi contemporanei, poi dimenticata
e citata solo casualmente come madre della poetessa catanese
Goliarda Sapienza caso abbastanza raro di una madre citata per
la figlia e non, come spesso avviene, il contrario", spiega
Condorelli.
Maria fu, maestra elementare, sindacalista, anarchica,
antimilitarista, giornalista, dirigente politica, antifascista.
"Da Torino a Palermo, a Catania, eccola mentre ci trascina nella
grande utopia del suo tempo, la libertà, il riscatto dal
servaggio", prosegue la curatrice del libro. La sindacalista
ebbe una vita privata intensa mai scissa dal suo impegno, "fu
una compagna fedele unita in libera unione ai suoi due uomini e
fu madre di ben 8 tra figlie e figli".
"In quegli anni, Maria non è l'unica donna con un ruolo politico
dirigente: è certamente la più importate ma si intravedono sulla
scena delle lotte sociali altre siciliane, Francesca Verro, per
esempio, la sorella di Bernardino, uno dei capi dei Fasci dei
Lavoratori, il movimento d'ispirazione socialista e anarchica
protagonista dei grandi scioperi per i diritti del lavoro nelle
campagne e nelle zolfare dell'isola tra il 1891 e il 1984",
scrive Franco Garufi. Sandro Pertini disse un giorno a Goliarda:
'Certo che tua madre era anarchica, un grande cuore come il suo
non poteva che essere anarchico'.
Gli altri contributi nel libro sono di Maria Rosa Cutrufelli,
Laura Delli Colli, Anna Di Salvo, Silvia Garambois, Franco La
Magna, Stefania Mazzone, Giusi Milazzo, Maria Lombardo, Stefania
Rimini, Maria Rizzarelli, Giulia, Squillaci e Gabriella Anselmi,
Pinella Di Gregorio, Rosaria Leonardi e Gabriella Messina.
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