Alla fine del 2022 l'attivo totale
delle Casse di previdenza riportato a valori di mercato cala a
103,8 miliardi di euro con una riduzione di 4,1 miliardi
rispetto all'anno precedente (-3,8%). Lo fa sapere la Covip,
Commissione di vigilanza sui fondi pensione, spiegando che su
tale flessione ha inciso, in primo luogo, l'andamento negativo
registrato dai mercati finanziari nel corso di tale anno.
Tensioni geopolitiche, tassi di inflazione elevati e
persistenti, politiche monetarie divenute rapidamente
restrittive si sono ripercossi sulle quotazioni delle attività
finanziarie; ne sono scaturiti pesanti ribassi dei corsi dei
titoli azionari così come quelli dei titoli obbligazionari per
effetto del rialzo dei tassi di interesse nominali.
Nelle 5 casse di maggiori dimensioni si concentra il 75,3 per
cento dell'attivo totale, in crescita rispetto al 68,6 per cento
del 2011 (a Enpam fa capo il 25,3 per cento del totale, seguono
Cassa forense con il 17,2, Inarcassa con il 12,9, Cassa dottori
commercialisti con l'11,5 ed Enasarco con l'8,4). Rispetto a una
platea complessiva di 1,750 milioni di iscritti e 485.000
pensionati, nel 2022 il saldo per contributi incassati e
prestazioni erogate ha totalizzato 3,9 miliardi di euro. A
fronte di 12,1 miliardi (11,2 nel 2021) di contributi incassati,
sono state erogate prestazioni per 8,2 miliardi (invariate
rispetto al 2021). Tra le singole casse di previdenza, le prime
5 concentrano il 73,4 per cento del saldo tra contributi e
prestazioni, pari a 2,8 miliardi di euro. Nel 2022 solo Enpaia
(addetti e impiegati in agricoltura) registra un saldo
marginalmente negativo. In tutti gli altri casi, la differenza è
positiva e in rapporto all'attivo è pari in media al 4,8 per
cento. Per la Cassa forense il saldo tra contributi e
prestazioni nel 2022 è positivo per oltre un miliardo, per
l'Enpam per 471 milioni e per la Cassa dei dottori
commercialisti (Cdc) per 620 milioni.
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