"Chiediamo alle Istituzioni una
semplificazione normativa, perché ancora oggi non sappiamo qual
è il nostro giudice di riferimento", anche se è chiaro che
"siamo Enti di diritto privato senza scopo di lucro".
Ad affermarlo il presidente dell'Adepp, l'Associazione delle
Casse di previdenza, Alberto Oliveti.
Chiudendo gli Stati generali, a Roma, invoca prima "controlli
razionali" sul comparto, poi una revisione dei criteri di
sostenibilità a 50 anni delle Casse, a beneficio di "criteri di
solvibilità, visto anche come sosteniamo, in termini di welfare,
i professionisti iscritti, garantendo la qualità dell'esercizio"
dell'attività autonoma. A seguire, per Oliveti occorre che sia
"rispettata la nostra autonomia, non siamo un po' pubblici e un
po' privati", puntualizza, mentre, invece, "restiamo inclusi
nell'elenco Istat, che non può diventare un corto circuito per
cui veniamo definite Pubbliche amministrazioni", dice,
ricordando anche "sentenze della Corte costituzionale che dicono
che non lo siamo". Inoltre, "credo le Casse professionali
debbano autoregolamentarsi sugli investimenti", nel frattempo è
"dal ministero dell'Economia che quel regolamento previsto in
uscita entro il giugno scorso non arriva", tiene a ricordare il
presidente dell'Adepp.
"Vogliamo fare un fondo dei fondi? Una 'scatola' per gli
investimenti? Parliamone", incalza, in merito alla proposta del
sottosegretario all'Economia Federico Freni.
Quanto alla fiscalità, osserva, "ricordo che paghiamo il 26%
sui rendimenti finanziari", pur non essendo "soggetti
speculativi" (mentre i Fondi pensione di secondo pilastro
versano il 20%, ndr), afferma, precisando che "in tutto lo
scorso anno abbiamo pagato 650 milioni di tasse allo Stato,
penso che alla fine di quest'anno pagheremo tre quarti di
miliardo" in imposte.
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