"L'attentato di ieri a Parigi ci fa pensare a tanta crudeltà, crudeltà umana; a tanto terrorismo, sia al terrorismo isolato, sia al terrorismo di Stato. Ma la crudeltà della quale è capace l'uomo!". Papa Francesco riprendeva oggi le messe mattutine a Santa Marta dopo la pausa natalizia. E l'occasione, all'indomani della strage nella sede del settimanale satirico 'Charlie Hebdo', era delle più drammatiche, tanto da voler dedicare la celebrazione proprio ai colpiti dall'assalto terroristico. "Preghiamo, in questa messa, per le vittime di questa crudeltà. Tante!", ha detto con parole accorate all'inizio dell'omelia. "E chiediamo anche per i crudeli - ha aggiunto -, perché il Signore cambi il loro cuore".
Già ieri il Papa aveva espresso "la più ferma condanna per l'orribile attentato", esortando "tutti ad opporsi con ogni mezzi al diffondersi dell'odio e di ogni forma di violenza". Secondo il Pontefice, riferiva il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, "qualunque possa esserne la motivazione, la violenza omicida è abominevole, non è mai giustificabile". Ribadiva quindi il suo sostegno "per tutti coloro che, secondo le loro diverse responsabilità, continuano ad impegnarsi con costanza per la pace, la giustizia e il diritto". Oggi inoltre, dopo aver tra l'altro lanciato su Twitter uno specifico hashtag #PrayersForParis, ha incontrato in Vaticano l'arcivescovo di Parigi, cardinale André Vingt-Trois.
Al porporato, il Pontefice ha anche indirizzato un messaggio di cordoglio in cui esprime vicinanza alle famiglie colpite dal "terribile attentato", ai feriti e ai congiunti delle vittime. Nel telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, Bergoglio ribadisce la sua condanna alla "violenza che genera tanta sofferenza" e chiede "a Dio il dono della pace". In Vaticano, dove peraltro ieri e oggi erano in visita quattro imam francesi accompagnati da una delegazione della Conferenza episcopale d'Oltralpe, lo sconcerto e il dolore per il sanguinoso attentato sono al massimo grado.
"Profondo disgusto per questo tipo di azione, di crimine", è stato espresso dal cardinale francese Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso e camerlengo di Santa Romana Chiesa. "Si tratta evidentemente di giovani completamente deviati. E' terribile pensare che si possa immaginare di risolvere i problemi con la violenza e perpetrare questi atti di violenza in nome di una religione. Credo che tutte le libertà siano minacciate", ha detto alla Radio Vaticana dopo aver incontrato stamane i quattro imam. Dopo l'incontro, i cui partecipanti si sono detti "scioccati per l'odioso attentato", Tauran e i quattro imam francesi (Tareq Oubrou, Azzedine Gaci, Mohammed Moussaoui e Djelloul Seddiki) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta per condannare la strage e ribadire la necessità del dialogo tra persone di diverse fedi. Nel documento si invitano inoltre i "credenti a manifestare attraverso l'amicizia e la preghiera la propria solidarietà umana e spirituale verso le vittime e le loro famiglie".
"Senza la libertà di espressione - vi si legge - il mondo è in pericolo". Per questo, "è imperativo opporsi all'odio e a tutte le forme di violenza che distruggono la vita umana". I responsabili religiosi, avvertono il card. Tauran e gli imam, sono "chiamati a promuovere sempre una cultura di pace e di speranza". Considerando poi "l'impatto dei mezzi di comunicazione - prosegue la dichiarazione - si invitano i loro responsabili a offrire una informazione rispettosa delle religioni, dei loro fedeli e delle loro pratiche, promuovendo così una cultura dell'incontro". E in conclusione si ribadisce che "il dialogo interreligioso permane la sola via da percorrere insieme per dissipare i pregiudizi".