Ieri la Commissione nazionale italiana per l’UNESCO ha deciso di candidare la millenaria arte dei pizzaiuoli nella lista del Patrimonio immateriale dell’Umanità. La campagna per ottenere questo importante riconoscimento è partita lo scorso settembre dal Napoli pizza Village con una petizione lanciata sulla piattaforma Change.org da Alfonso Pecoraro Scanio, già Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura e oggi Presidente della Fondazione UniVerde, sostenuta anche da Coldiretti, Rossopomodoro e APN (Associazione Pizzaiuoli Napoletani) che ha raggiunto il traguardo di oltre 300.000 sostenitori, tra cui molti esponenti della cultura, delle Istituzioni e della società civile. «Il risultato ottenuto è stato storico – commenta Alfonso Pecoraro Scanio – e incredibile. Gli italiani hanno dimostrato di essere orgogliosi delle loro tradizioni. Lamobilitazione continua e le prossime tappe saranno: convincere i circa 150 Paesiche parteciperanno a Expo a sostenere questa importante candidatura e raccogliere un milione di firme per vincere definitivamente l’approvazione a Parigi. Il riconoscimento dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO,a livello internazionale, rappresenterebbe il riconoscimento di una produzione artigianale all’insegna di quella diversità culturale che l’alimentazione deve riscoprire e valorizzare. L’Expo rappresenta l’occasione migliore per diffondere questo messaggio». «Il riconoscimento dell'arte della pizza come patrimonio immateriale dell'Umanità è una richiesta di cambiamento che ha appassionato e mobilitato centinaia di migliaia di italiani - ha dichiarato Salvatore Barbera di Change.org -. Anche su Change.org abbiamo raccolto oltre 40mila firme. Oggi possiamo finalmente festeggiare il via libera della Commissione Unesco in Italia, un traguardo decisivo che arriva alla vigilia di EXPO e che sicuramente avrà delle ricadute positive anche sulla tutela e la promozione del vero made in Italy nel mondo. Tutto anche grazie agli utenti della nostra piattaforma».
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