Lei la "lotteria" dei posti l'ha quasi vinta. M.R, 38 anni, stanotte ha tirato un sospiro si sollievo: vive in provincia di Alessandria e andrà ad insegnare ad Asti, una sessantina di chilometri ogni mattina, ma tutto sommato abbastanza gestibili. "A mezzanotte e un quarto mi sono collegata col batticuore. La prima reazione è stata di gioia. Non resto a casa, ma poteva andare peggio".
M.R. è insegnante di sostegno nella secondaria di primo grado, ma ha l'abilitazione anche per altre classi di concorso, storia e filosofia, musica. Sposata, con due figli piccoli - 2 anni e mezzo e 16 mesi - insegna ed è precaria da 10 anni.
"Ho cominciato ad Alessandria, poi mi sono sposata e mi sono trasferita a Catanzaro. Da un paio di anni - racconta - ci siamo spostati a Novi Ligure".
Certo passata l'euforia del primo momento per aver conquistato finalmente un posto fisso, cominciano le preoccupazioni. "Dovrò comunque ripensare la mia organizzazione familiare. L'asilo per i bambini, valutare come muovermi, macchina, treno? Ma sono disagi sopportabili" ammette pensando a tante colleghe meno fortunate di lei.
Dove andrà a insegnare esattamente non lo sa ancora. "Dovrò guardare nei prossimi giorni sul sito dell'ufficio scolastico regionale della provincia, ma - conclude - è andata".
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