Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni assicura che sul caso di Giulio Regeni l'Italia ha ricevuto assicurazioni dalle autorità egiziane "che i vari elementi di indagine dai noi richiesti ci siano dati in tempi rapidi. Il governo - ha detto - si aspetta una cooperazione piena, efficace e tempestiva sul terreno investigativo" perché "sia la famiglia Regeni che la dignità del nostro Paese richiedono che su questa vicenda si abbiamo elementi certi e seri".
E proprio oggi, fonti della procura egiziana fanno sapere che il ricercatore italiano è stato interrogato per sette giorni prima di essere ucciso. A dirlo, sarebbe sato Hisham Abdel Hamid, direttore del dipartimento di medicina legale del Cairo, che ha eseguito l'autopsia. Il ministero della Giustizia egiziano ha però smentito, definendole "destituite di qualsiasi fondamento", le informazioni
Le ferite ritrovate sul suo corpo dimostrano che le torture sarebbero avvenute ad intervalli di 10-14 ore. "Questo significa che chiunque sia accusato di averlo ucciso, lo stava interrogando per ottenere informazioni". Una fonte della sicurezza di alto rango" ha "evocato la possibilità" che Giulio Regeni "sia stato tradito da uno dei responsabili delle sue attività" presso il think tank anglo-americano Oxford Analytica. Qualcuno "che avrebbe deciso di sbarazzarsi di lui dopo aver profittato delle informazioni" fornite dal giovane ricercatore.
Per il ministero, il capo della medicina legale egiziana Hisham Abdel Hamid "non è stato convocato dalla Procura". "Questa notizia pubblicata dai media che citano la deposizione di Abdel Hamid davanti alla Procura" è "menzognera e destituita di qualsiasi fondamento", ha sostenuto al Cairo l'assistente del ministro insistendo che il presidente dell'Istituto di medicina legale "non ha reso alcuna testimonianza finora". El Shami ha chiesto ai media di fare attenzione nel pubblicare "notizie che provengono da fonti che vogliono deformare la realtà per scopi politici e che non hanno nulla a che fare con la verità".