C'è chi come Paola Buzi ha deciso di svolgere in Italia la ricerca per la quale ha ricevuto un finanziamento europeo e chi, invece, fuggito all'estero è poi tornato sui suoi passi. Da oltre confine il ministero dell'Istruzione in 3 anni, dal 2013 al 2015, ha richiamato, sfruttando un pacchetto di incentivi a disposizione, 343 persone. 85 di queste (40 nel 2013, 23 nel 2014 e 22 nel 2015) avevano lasciato il Belpaese proprio grazie a un finanziamento Erc (European Research Council), la stessa categoria di sovvenzione di cui ha beneficiato la ricercatrice di egittologia e civiltà copta che ha resistito alle lusinghe dell'università di Amburgo per restare a La Sapienza di Roma. E la Buzi non è l'unica italiana nell'elenco degli Erc Advanced Grants 2015. Nella lista dei "vincitori" ci sono, infatti, anche ricercatori dell'ateneo romano di Tor Vergata, dell'università milanese Bocconi e dell'università di Udine, restando nel campo delle scienze sociali e delle competenze umanistiche. Nel piano nazionale per la ricerca presentato nei giorni scorsi è stato inserito un progetto - "Fare ricerca in Italia" - che ha l'obiettivo di attrarre nel nostro Paese un numero crescente di ricercatori italiani e stranieri di eccellenza per rafforzare il sistema della ricerca nazionale.
Alla luce dei dati che evidenziano i risultati dei ricercatori italiani nelle competizioni bandite dal Consiglio Europeo della Ricerca (European Research Council - Erc) è necessario intervenire - si spiega - sia per potenziare i ricercatori italiani che sottopongono i loro progetti all'Erc, sia per assicurare che un numero crescente dei vincitori nei bandi dell'Erc vengano (o rimangano) a svolgere la loro ricerca nelle università o negli enti di ricerca italiani.
Accanto alla semplificazione delle procedure per la realizzazione dei progetti in Italia, si prevede un finanziamento aggiuntivo fino a un massimo di 600 mila euro a favore dei ricercatori vincitori di bandi Erc di qualunque tipologia che scelgono come sede l'Italia. Ai vincitori di grant Erc che vengono chiamati nei ruoli nelle università e negli enti di ricerca italiani si garantisce inoltre la copertura totale della loro retribuzione. Saranno inoltre avviate ulteriori facilitazioni riguardanti sia le retribuzioni e gli aspetti fiscali del loro inquadramento sia le modalità di didattica. Il finanziamento previsto per il triennio è di 246 milioni di euro.
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