Le "case rifugio" di Roma per donne vittime di violenza sono a rischio chiusura. Per questo Telefono Rosa e Ceis (centro italiano di solidarietà) hanno scritto alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, e alla ministra con delega alle pari opportunità, Maria Elena Boschi,chiedendo che intervengano per trovare una soluzione. In una riunione tenutasi martedì scorso 31 maggio al Comune di Roma, il Dipartimento Pari Opportunità Affari sociali - spiegano le due associazioni in una nota - ha comunicato che, a causa di un vuoto normativo, gli Enti Locali e primo fra tutti il Comune di Roma non possono emettere i nuovi bandi per l'affidamento del servizio di gestione delle "Case Rifugio" e dei "Centri Antiviolenza". I funzionari della Capitale hanno dichiarato di non poter, pertanto, concedere proroghe ai contratti in essere, nonostante ci siano le coperture finanziarie.
"Una situazione al limite del surreale - denunciano Telefono Rosa e Ceis - nella quale si mettono a rischio le vite delle donne ospiti dei centri e dei loro bambini. Ci chiediamo come sia possibile arrivare a un tale livello di inefficienza e come sia possibile che tutto ciò avvenga proprio nel momento in cui, un susseguirsi di efferati femminicidi, riportano all'attenzione la gravità del problema della violenza sulle donne".
Le due associazioni fanno quindi appello a tutte le Istituzioni perché intervengano e chiedono al Commissario Tronca di "risolvere, ben oltre i limiti della burocrazia, una questione che getterebbe nella vergogna la Capitale".
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