Si è tolta il velo in segno di rispetto verso i fedeli cristiani, ha preso la parola e ha raccontato che quando lo porta sul lungomare qualcuno le grida "terrorista", poi ha invitato musulmani e cristiani a non avere paura gli uni degli altri "perchè siamo tutti fratelli e sorelle". E' accaduto stamani a Ventimiglia durante la messa celebrata da padre Francesco Marcoaldi, impegnato nel dialogo tra religioni, alla quale ha partecipato una delegazione di musulmani di origine magrebina guidata dall' imam Mohmed Babi per condannare gli atti terroristici in Europa e per esprimere solidarietà e cordoglio per l'omicidio di padre Jacques Hamel a Rouen. Babi ha effettuato un intervento in lingua araba prima che prendesse la parola una musulmana che in segno di rispetto nei confronti dei fedeli si è tolta il velo: "Quando cammino sul lungomare e mi vedono col velo, mi chiamano Daesh, terrorista, e me ne dicono di tutti i colori - ha affermato -. Ma noi siamo tutti figli di Dio". "I musulmani non vi fanno male - ha detto rivolta ai cristiani - perchè siamo tutti fratelli e sorelle". Un altro islamico ha detto che "siamo qui per manifestare contro il terrorismo e per dire che il terrorismo non ha paese: può essere cristiano, musulmano, ebreo o buddista" riscuotendo l'applauso dei fedeli cristiani. Nella chiesa di San Nicola don Marcoaldi ospitò i migranti ai quali il sindaco vietò di accamparsi lungo il fiume Roja e nei giorni scorsi si sono tenute le elezioni per il rinnovo delle cariche per la comunità islamica. Nella vicina Sanremo, l'imam Abu Bakr Moretta, responsabile per la Liguria del Coreis, ha partecipato nella chiesa di frazione San Giacomo alla messa officiata dal vescovo diocesano Antonio Suetta alla presenza di una delegazione della locale comunità islamica. "Quella di oggi è una risposta effettiva e concreta all'Islam estremista, in quanto ciò che colpisce in questi efferati atti barbari, è che sono andati a tentare quello che è il cuore del Cristianesimo" ha detto. "L'incontro avviene nella semplicità di una piccola comunità cristiana, dove oggi si celebra il sacramento della 'confermazione' - ha affermato il vescovo -. Questo ci riconduce al contesto cui è avvenuto l'omicidio di padre Jacques Hamel".