(di Alberto Zanconato)
(ANSAmed) - BEIRUT, 26 DIC - Fosse comuni con decine di
cadaveri che presentavano segni di mutilazioni e torture:
questa, secondo quanto reso noto dal ministero della Difesa di
Mosca, la scoperta fatta da militari russi nella parte di Aleppo
strappata nei giorni scorsi alle milizie ribelli e qaediste.
E intanto la guerra non si ferma. Bombardamenti aerei
governativi sono segnalati anche oggi su una cittadina alle
porte di Damasco in mano agli insorti, mentre nel nord
un'autobomba dell'Isis ha provocato una trentina di morti,
secondo l'esercito turco.
Mosca afferma che nelle fosse comuni trovate ad Aleppo
giacevano i resti di "diverse decine di siriani che hanno subito
atroci torture e massacri". Il portavoce del ministero della
Difesa, Igor Konashenkov, ha detto che alcuni dei cadaveri erano
stati mutilati e altri avevano segni di ferite da arma da fuoco.
Massacri e pratiche di tortura, anche ai danni di civili,
sono stati denunciati più volte durante gli oltre cinque anni e
mezzo del conflitto civile. E volta a volta ne vengono accusati
l'esercito governativo e milizie lealiste, gruppi di ribelli e
lo Stato islamico. Ma Konashenkov ha affermato che, prima di
essere costretti a lasciare i quartieri orientali di Aleppo per
oltre quattro anni nelle loro mani, i ribelli hanno anche
disseminato mine e trappole esplosive. L'Osservatorio nazionale
per i diritti umani in Siria (Ondus) ha detto ieri che, secondo
testimonianze raccolte dal terreno, 63 soldati di Damasco e
miliziani loro alleati sono stati uccisi da questi ordigni a
partire dal 22 dicembre, quando le forze governative hanno
ripreso il controllo della città.
Nella sua prima uscita pubblica dopo la riconquista di
Aleppo, Bashar al Assad ha visitato ieri, in occasione del
Natale, un orfanatrofio cristiano nel sobborgo di Sednaya. Le
fotografie pubblicate sulla pagina Facebook della presidenza
siriana mostrano il presidente con la moglie Asma insieme con le
suore e i bambini.
Nel giorno di Natale il Papa ha lanciato un nuovo appello
perché "si raggiunga una soluzione negoziale e si ristabilisca
la convivenza civile" in Siria. Ma per ora le armi non tacciono.
Alle porte di Damasco l'Ondus segnala oggi nuovi bombardamenti
aerei governativi sulla cittadina di Duma, con un bilancio di
almeno una decina di feriti. Mentre l'esercito turco ha
affermato in un comunicato che 30 persone sono state uccise da
un'autobomba dell'Isis ad Al Bab, nella provincia di Aleppo, che
forze ribelli siriane e soldati di Ankara stanno cercando di
strappare allo Stato islamico in un'offensiva che dura da
quattro mesi.
Secondo la Turchia, l'attacco è stato compiuto contro i
civili che cercavano di fuggire dalla città, situata 30
chilometri a sud del confine turco.
Intensi combattimenti sono in corso anche a nord e ad ovest
di Raqqa, la 'capitale' dell'Isis in Siria, in coincidenza con
un'avanzata delle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), a
predominanza curda, sostenute dagli Usa. Fonti dell'Ondus
riferiscono che le Sdf sono arrivate alla località di Tal Samn,
27 chilometri a nord della città. Circa 45 chilometri ad ovest,
invece, si trovano ormai a ridosso della diga strategica di
Tabqa, sull'Eufrate.(ANSAmed).