"Non sono disposta a morire per lui". Per aver detto che "preferirebbe andare in prigione" piuttosto che "prendere una pallottola" per proteggere Donald Trump, una agente del Secret Service è stata sospesa e messa sotto inchiesta. Kerry O'Grady, "special agent" in servizio a Denver per conto dell'unità incaricata della protezione di capi di stato, candidati presidenziali e dignitari stranieri, è stata sottoposta a sanzioni dopo aver preso su Facebook le distanze dal tycoon che all'epoca non era ancora stato eletto alla Casa Bianca.
In ottobre, un mese prima del voto dell'8 novembre e subito dopo la pubblicazione del video di "Access Hollywood" in cui Trump si vantava di molestie sessuali, la O'Grady aveva postato sul social che "come dipendente federale da quasi 23 anni, sono combattuta. Cerco di stare zitta, di tenere una posizione neutrale, perché fare altrimenti sarebbe un'offesa penale. Ma il mondo è cambiato e io sono cambiata. Sarei pronta ad andare in prigione piuttosto che prendere una pallottola per qualcuno che ritengo disastroso per il Paese e per le splendide donne che ci risiedono". Nel post su Facebook, la O'Grady non aveva fatto mistero del suo orientamento politico: "Sto con Lei", vale a dire Hillary Clinton e aveva preso le distanze dall'Hatch Act, la legge del 1939 che proibisce ad alcuni dipendenti federali, tra cui gli addetti al Secret Service, di impegnarsi pubblicamente in politica. L'agente ha cancellato il post dopo un paio di giorni e in una intervista al Washington Examiner, si è detta pronta a proteggere Trump ora che è presidente: "Era stato un conflitto interno e ho subito capito che non dovevo condividerlo perché credo molto nella mia missione". (ANSA)
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